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La riflessione
29 Settembre 2025 - 08:30
Equipe 84 sulla copertina di “29 settembre"
Francesco Paracchini, direttore artistico di un festival dal titolo emblematico "Quel gran genio" (come il verso di una canzone di Lucio Battisti a cui la manifestazione è dedicata), evocativo più che celebrativo del grande cantante e musicista areatino, nello spiegare le ragioni dell'evento, che si chiude proprio oggi 29 settembre, come il titolo di un'altra canzone bellissima e controversa di Mogol e Battisti, ha dichiarato: "È fondamentale continuare a ricordare e valorizzare Lucio Battisti, andando oltre l’etichetta di 'cantautore pop' per riconoscerlo come uno dei più grandi innovatori della musica italiana. Anche i suoi brani più immediati e cantabili nascondono una ricchezza musicale e melodica straordinaria, frutto di una scrittura unica e non facilmente accostabile ad altri autori. Battisti è stato un artista completo, capace di unire raffinatezza e popolarità, conquistando generazioni diverse: unico, forse, è davvero l’aggettivo che meglio lo descrive".
Se credete che quanto qui enfatizzato sia stato da sempre il destino della produzione musicale di Battisti come di "29 settembre" vi sbagliate di grosso. Uscita quest'ultima nel marzo del 1967 e non per bocca del suo autore, che solo due anni dopo l'avrebbe inserita nel suo primo 33 giri, causò scalpore per la modalità psichedelica dell'approccio canoro e sonoro proposto dall'Equipe 84, nonché per il tema trattato, che era quello di un adulterio presto dimenticato, quasi a far da rafforzativo di un sentimento (e di un legame) antecedente, ben più forte e profondo.
In un mondo che cantava l'amore con interpreti gorgheggianti e cliché sempre più monotoni e stantii, iniziare una canzone di musica "leggera" con le parole "seduto in quel caffè io non pensavo a te", era davvero una rivoluzione epocale, fatta senza gli strumenti della ben nota ideologia politica dell'epoca, ma con la trama scanzonata (ma non meno rivoluzionaria) delle nuove mode e della nuova morale. C'è qualcuno che - a posteriori - ci ha visto addirittura il segnale di un vento di rivolta che sarebbe culminato l'anno dopo nei movimenti studenteschi del '68. Ma non credetegli.
Era solo un brano straordinario e profondamente innovativo, da qualunque lato la volevate (e la vogliate ancora) analizzare che, pur avendo avuto grande successo - rimase per 5 settimane in testa alla classifica nazionale dei brani più venduti in Italia - e aver definitivamente consacrato il complesso musicale emiliano capitanato da Maurizio Vandelli, non fu pienamente compreso per il valore musicale (quello sì unico) che portava con sé.
Tra tanti soloni ignoranti e senza cuore che non la capirono, c'era però un bambino di 9 anni che, ascoltandola alla radio, spiava da dietro le tende del terzo piano una bambina di pari età, bella come il sole, che abitava al piano terra, di cui era, per la prima volta, perdutamente innamorato. Lui, che di adulterio non ne sapeva niente, aveva già capito che l'amore è uno solo, che duri un giorno o tutta la vita, e ha una sola direzione e una sola meta. Per quel bambino, ancora oggi, il 29 settembre si celebra l'Amore.
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