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LA PAGELLA IN... FEDELE

La prima vittoria in Champions si chiama 4-3-3

Si doveva vincere, e basta. Non c’erano alternative al debutto casalingo

La prima vittoria in Champions si chiama 4-3-3

Si doveva vincere, e basta. Non c’erano alternative al debutto casalingo in Champions: il Napoli non poteva fallire. E la vittoria è arrivata, anche con merito, contro uno Sporting Lisbona solido, coriaceo, ben organizzato ma troppo rinunciatario, troppo legato al contropiede per impensierire davvero. Tre soli tiri nello specchio, è vero, compreso i due gol, ma sono bastati.

Perché la squadra ha saputo reagire subito dopo il rigore del pari, mostrando carattere e volontà. E lì Antonio Conte ha inciso con la sua esperienza, togliendo Mc Tominay – davvero impalpabile e fuori dal contesto – per affidarsi al 4-3-3, con l’innesto di Neres e Lang sulle corsie. Una scelta semplice e insieme fondamentale: è l’unico schema che consente a questo Napoli di creare gioco offensivo vero, non sterile possesso.

Ecco allora la questione centrale: uno dei quattro titolari di centrocampo dovrà lasciare spazio a un calciatore capace di saltare l’uomo. Altrimenti continueremo a vederci prigionieri di tocchi orizzontali, di fraseggi inutili che danno solo statistiche da laboratorio ma non occasioni da gol. Domenica col Genoa avremo già la controprova. Intanto, però, una precisazione sul voto a De Bruyne: doppio, inevitabilmente doppio.

Otto per i due assist decisivi, quattro per i tanti errori che hanno caricato di lavoro supplementare Lobotka e Anguissa. Ed è proprio a loro che va un applauso speciale: corsa, pressione, recuperi, sempre in trincea per frenare le ripartenze lusitane. E che dire di Hojlund? Due gol splendidi, ma non solo: lotta, fisicità, protezione del pallone, continua presenza in area. È diventato un incubo per la retroguardia portoghese.

E non dimentichiamo Spinazzola, partita di enorme intelligenza tattica: spinta e qualità nella prima frazione, determinazione e sacrificio nella ripresa a difesa del bunker azzurro insieme al sicuro Milinkovic-Savic. Insomma: un Napoli concreto, generoso, guidato da un allenatore che potrebbe aver scelto la strada giusta. Vittoria col cuore e con la testa. E la Champions, per una notte, ha sorriso al “Maradona”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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