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L'intervento
02 Ottobre 2025 - 10:04
Dal 10 ottobre scattano gli obblighi per i professionisti riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale. La legge 132/2025 sull’Ia, approvata in via definitiva il 17 settembre in Senato, contiene prescrizioni che saranno vincolanti.
Finalmente un primo spartiacque da parte del legislatore in quella al momento giungla originata dall’innovazione algoritmica che travolge ogni giorno sempre più gli ambiti della nostra vita.
Necessariamente allora andava ribadito che centrale deve essere la persona e per esteso ogni suo dettame dialettico dove con primaria importanza si colloca il rapporto tra professionista e cliente, tra essere umano ed essere umano dove nella reciprocità degli obblighi.
Lo scegliersi l’accettarsi e lo stipulare un contratto deve avvenire con regole precise ed inequivocabili. Il professionista deve informare circa l’uso di un Ai ed il cliente deve poter accettare o meno, nella libertà di conoscere la genesi di un ricorso, di una citazione in giudizio e così via. In fin dei conti bisogna che si sappia con quale farina è fatta la prestazione che si chiede e si riceve.
L’articolo 13 della Legge al secondo comma chiarisce che l’algoritmo deve essere di supporto strumentale al professionista, non sostituirsi a lui. Ed il cliente deve essere informato in forma esaustiva. In tecniche della psicoanalisi Sigmund Freud si definisce in riferimento alla scoperta dell’inconscio come “uno che ha tirato fuori dalla cava le pietre rozze che devono ordinare altri”.
Questa legge si trova nella medesima situazione. Inizio di un percorso che farà i conti con le interpretazioni linguistiche con la proprietà intellettuale legata a chat Gpt e simili, ed anche con la pirateria che verrà originata automaticamente. Il legislatore è pronto, per cui un decreto legge in questi giorni in discussione al Parlamento affronterà l’introduzione nel codice penale del delitto di “illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale”.
Una sola domanda che potrebbe non essere fantascienza tra non molto: «La legge tutela il cliente da un abuso del professionista ma glissa sulla tutela di questi che deve accertarsi in primis che chi è seduto dinanzi a lui per conferire mandato sia un essere umano e non un ologramma».
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