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Il punto
05 Ottobre 2025 - 09:30
Elly Schlein
La sconfitta della sinistra nelle urne marchigiane; il fermo imposto da Israele alla Flotilla nelle acque di Gaza e Hamas che dice “sì” al piano di pace preparato da Trump.
Tre risultati che evidentemente non sono piaciuti alla sinistra e a Cgil, Usb, Cub e Cobas che hanno risposto con una due giorni di rappresaglie “contro la pace” bloccando città, porti, treni, atenei, scuole,sanità, strada e autostrade, fermando l'Italia e lasciando sul tappetto oltre 55 agenti feriti e bruciato l'8% del Pil prodotto in un giorno. Ed il peggio che in alcuni cortei sono stati trascinati anche i bambini e cartelli come: “Meloni, Tajani, Salvini farete la fine di Mussolini”. Che pacifisti!
Per cui pensare - dopo la sconfitta dell'eurodeputato Pd, Ricci, battuto dal governatore uscente Acquaroli, FdI per 52,6% a 44,3% nel confronto inaugurale delle Regionali - che “ora la sinistra teme per le politiche” mi sembra un attimino prematuro. Non che non sia vero, ma per dirlo, inviterei ad aspettare il 24 novembre, quando con 7 Regioni che si saranno espresse, le valutazioni potranno essere fatte, su basi più concrete.
Quantomeno, più significative. Tanto più che la prima controprova l'avremo già oggi e domani, quando scenderanno in campo a contendersi la poltrona di governatore della Calabria, l'uscente del Occhiuto di Fi, il 5Stelle, ex presidente dell'Inps e ideatoore del fallimentare Rdc, Tridico. Che, tra l'altro, non potrà contare neanche sul proprio voto. Per quanto nato in regione, non vi risiede ormai da oltre 30 anni e dalle gaffe che ha messo insieme parlandone, durante la campagna elettorale, sembra nemmeno la conosca, e, infine, Toscano, di Democrazia sovrana e popolare.
La settimana successiva, toccherà alla Toscana dove saranno l'uscente Giani, per il centrosinistra e Tomasi per Il centrodestra a confrontarsi. Poi, se ne riparlerà il 23 e 24 novembre in Campania, Puglia e Veneto. A quel punto ne sapremo un po' di più, ma non molto.
Soprattutto, sapremo, però, se la sinistra ha capito la lezione e si è resa conto che gli italiani sono stanchi di guardare al passato e sentire la sinistra attribuire un valore politico ”resistenziale” a qualsiasi elezione anche “condominiale”, ma senza avere alcuna idea programmatica da avanzare e accodarsi sempre a quelle degli altri; e fare campagne elettorali in cui dicono tutto e il suo contrario, diffondendo odio a piene mani, non paga, anzi, toglie consensi e condonna alla sconfitta.
Tant'è che - se vero com'è vero – che l'astensionismo nelle Marche è cresciuto di un altro 10% (e non si sa ancora cosa succederà nei prossimi appuntamenti) è altrettanto vero che i partiti del centradestra hanno tutti guadagnato voti, mentre quelli del campo(santo) li hanno perso e il M5s (5,1%) si è ridotto al lumicino.
Gli italiani, certo, sono preoccupati di quello che succede al di là dei nostri confini e temono per le tregedie in atto, ma vorrebbero che lorsinistri, non l'utiilizzassero soltanto per sparare a zero contro il governo Meloni e si preoccupassero di lavorare oltre che per la difesa della pace, anche di ciò che succede in Itale.
E che Conte, Bonelli, Fratoianni, Landini e i loro accoliti, piuttosto che arroccarsi nella loro torre d'avorio nascondendosi dietro quella loro più asserita e pretesa che presunta superiorità, accettassero di discutere a viso aperto e senza pregiudiziali con chi non la pensa come loro, di quello che occorre fare per l'Italia e soprattutto devono cambiare strada, smettendola di giustificarsi ogni volta che perono con i “ci abbiamo provato ma era dura e non ce l'abbiamo fatta”, perdendosi nei rituali ringraziamenti di rito per gli sconfitti che “per vincere hanno buttato il cuore oltre l'ostacolo”. Ma quando sono andati a riprenderlo non lo hanno più trovato.
E scaricare sempre - a cominciare da Prodi (che pure l'ha inventata quando era soltanto una “sardina”) - su Schlein ogni responsabilità per l'attuale momento di difficoltà della “sinistra che non esiste”. Come al solito dimostrano di non avere memoria. Immediatamente dopo la debacle marchigiana i cosiddetti riformisti del Pd delusi dalla gestione del partito da parte della leader italo-yankee-svizzera, dimentichi che sono stati proprio loro a volerne l'elezione di alla segreteria del partito alle ultime primarie del 26 febbraio del 2003, quando Elly non era ancora iscritta al partito (iscrizione effettuata dopo essere stata eletta) allargando il voto agli esterni ovvero i 5S.
Tant'è che Bonaccini che aveva vinto quando avevano votato solo gli iscritti, è stato stracciato quando ai voti dei Pd, si sono aggiunti quelli dei 5stelle. E per ottenere il via libero degli iscritti a questa operazione si sono inventati l'ineluttabilità dell'alleanza Pd-M5s (senza programma e un solo obiettivo: battere la destra). Perdendo, però, ben 10 volte sulle 13 in cui l'hanno sperimentata.
E ancora non si rendono conto che la radicalizzazione dei 5S ha squilibrato il duo Pd-M5s, avvicinandolo a quell'estrema sinistra gruppettara e violenta che parla di pace ma ogni volta dà di piglio alla guerriglia. Gente, insomma, che gli italiani “normali”, anziché avvicinarli, li fa scappare. Insieme, naturalmente al proprio voto.
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