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LETTERA AI LETTORI
08 Ottobre 2025 - 09:33
Scotto e Croatti
Cari amici lettori, mentre iniziano i colloqui sul piano di pace di Trump e a Gaza sembra in corso una (quasi) tregua, i flottilleros sono tutti rientrati in patria, sani, salvi e senza cerotti, per via aerea. Tutte le imbarcazioni sono rimaste agli israeliani, tranne una che si era fermata a Cipro. Potranno, forse, servire per la “Riviera del Medio Oriente”!
I reduci dicono di essere stanchi e sofferenti e di essere stati trattati male. La realtà evidente è che lo stato israeliano ha dimostrato, ancora una volta, di essere più democratico e civile dei suoi detrattori. Non ha steso loro il tappeto rosso e non li ha ospitati in alberghi di lusso; ma perché avrebbe dovuto? Nessuno è ferito, nessuno è stato picchiato, nessuno è stato trattenuto oltre il tempo minimo indispensabile per il rimpatrio. Le loro lagnanze meriterebbero uno spazio sul vecchio Travaso: tre ore (?!) senza mangiare, la mancanza del caffè, alcuni pacchetti di sigarette sottratti al deputato piddì Arturo Scotto! La sinistra italiana non ne fa una buona.
L’antisemitismo trionfa, Francesca Albanese è talmente antisemita da lasciare la tv al nome di Liliana Segre e, essendo essa Francesca l’esperta in genocidi e non la Segre che ha vissuto la Shoah, dice poi “Sul genocidio non è lucida. Non è lei la verità”. Peccato che, oltre a far ridere, questa Albanese dell’Onu combini un sacco di guai. Lo sciopero generale è andato in scena come da tempo programmato, ma senza spiegazioni serie, benché la sinistra lo abbia sostenuto, a fini puramente politici. Fini che non sono stati neppure lontanamente raggiunti, visto il risultato delle elezioni regionali in Calabria, cioè una memorabile batosta del campo largo.
Gli sponsali fra partiti di opposizione e crocieristi che dicevano di voler portare aiuti ai palestinesi, ma in realtà non ne avevano a bordo, è stato un completo fallimento: i primi non hanno di che gioire, i secondi di che lamentarsi. I social, ormai, si occupano già di altro ed è giusto che sia così. Vale l’antichissimo principio “De minimis non curat Praetor” e la sinistra è giunta ai minimi, non solo in termini numerici, ma soprattutto in programmi, in linguaggio (grande solo la capacità d’insulto) e in intelligenza.
La principale novità, in Europa, è il risultato delle elezioni politiche nella Repubblica Ceca, entrata a far parte, con Ungheria e Slovacchia, dei paesi che non amano l’Ucraina di Zelensky. Quest’ultimo, rispetto a Bibi, è risultato meno disponibile ad aderire alle insistenze trumpiane perché inizino trattative di pace. Il povero Orban soffre, però, perché il martello di Italia Salis resta impunito per un solo voto: il Parlamento Europeo le ha concesso l’immunità con trecentosei voti a trecentocinque.
Io credo che anche l’Italia dovrebbe rivedere le sue posizioni. Giorgia Meloni è certamente il miglio primo ministro della seconda e terza repubblica, ma, pur essendo lodevole il rifiuto di mandare truppe in Ucraina, dovrebbe moderare la sua adesione al blocco pro Zelensky. La guerra fa molto male agli italiani, eccettuati i fabbricanti e commercianti di armi. Il denaro destinato al riarmo e agli aiuti all’Ucraina andrebbe speso per la sanità, che fa veramente schifo. Recentissimo il caso del cittadino non operato perché l’anestesista scioperava per Gaza, ma nemmeno la fissazione di visite di controllo a distanza di sei mesi o più è davvero inaccettabile.
Mi rendo conto che Giorgia ha fatto molte delle cose che aveva promesso e che questa è in Italia una grande novità, ma c’è ancora molto da fare. Il tempo c’è e va speso, insieme al denaro, per un maggior benessere ei cittadini. Anche le forze dell’ordine hanno bisogno di un maggior sostegno, non soltanto morale, contro coloro che si dicono manifestanti, ma, in realtà, sono criminali professionisti. Oggi, poiché siamo ormai al punto che ogni giorno è la festa di qualcosa, occorre dedicare più tempo all’anniversario d Lepanto e al ricordo dei martiri istriani.
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