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La riflessione

I nuovi totem del narcisismo patologico che diventa virtù

Un meccanismo perverso, dove la patologia psichica diventa arma politica

I nuovi totem del narcisismo patologico che diventa virtù

Nel teatrino della cronaca di questi giorni assistiamo a uno spettacolo che avrebbe fatto sorridere amaramente anche i più cinici osservatori dell'animo umano: l'ascesa inarrestabile di una schiera di protagonisti che, affetti da un disturbo narcisistico della personalità così evidente da risultare imbarazzante, riescono non solo ad assurgere agli onori delle cronache, ma addirittura a essere considerati punti di riferimento intellettuale. Un fenomeno che meriterebbe un posto d'onore nel museo delle assurdità nazionali, se non fosse che la sua tragica normalità quotidiana lo ha reso ormai parte integrante del paesaggio mediatico italiano.
Questi moderni “narcisi”, afflitti da quella grandiosità patologica che li porta a sovrastimare sistematicamente le proprie capacità e a compiacersi smisuratamente dei propri “successi”, popolano i salotti televisivi con la naturalezza di chi occupa il proprio legittimo trono. La loro mancanza di empatia, caratteristica distintiva del disturbo, li rende impermeabili alle critiche e incapaci di riconoscere i sentimenti e le idee altrui, trasformando ogni confronto in un monologo autoreferenziale dove l'unico protagonista degno di attenzione sono loro stessi. Il bisogno compulsivo di ammirazione li spinge a cercare costantemente i riflettori, costruendo narrazioni politiche in cui ogni evento diventa pretesto per magnificare la propria presunta unicità.
Ma il vero capolavoro di questa tragicommedia risiede nella capacità di questi soggetti di presentare le proprie distorsioni della realtà come verità assolute e di indiscutibile veridicità. Con l'abilità consumata di chi ha fatto della manipolazione un'arte, riescono a trasformare ogni loro delirio di grandezza in una rivelazione illuminante per il proprio pubblico di affezionatisostenitori. Le loro fantasie ed elucubrazioni vengono spacciateper analisi lucide della contemporaneità, mentre la loro tendenza a sfruttare gli altri per raggiungere i propri scopi viene nobilitata come lungimirante strategia politica. Il paradosso raggiunge l'apice quando scopriamo che, nella nostra Nazione, la glorificazione di questi esemplari di narcisismo patologico è diventata uno strumento raffinato di lotta politica. L'opposizione di sinistra, con una maestria mediatica che dovrebbe essere destinata ad altre, migliori e più nobili cause, ha oramai trasformato anche questi personaggi in arieti contro la credibilità e le politiche del Governo. Un meccanismo perverso, dove la patologia psichica diventa arma politica, e dove la mediocrità intellettuale si trasforma in virtù oppositiva. Cittadinanze onorarie, partecipazioni a convegni, ascoltitelevisivi e rilievo mediatico vengono elargiti a questi soggetticon generosità commovente, come se la capacità di distorceresubdolamente la realtà fosse diventata improvvisamente un titolo di merito.
È singolare osservare come tali individui, che in qualsiasi contesto normale sarebbero ignorati o considerati con certezza pessimi maestri, se non addirittura casi clinici, vengono invece elevati al rango di oracoli contemporanei. La loro arroganza patologica viene scambiata per sicurezza intellettuale, la loro incapacità di accettare critiche per coerenza ideologica, il loro senso di malcelata superiorità per legittima aspirazione al riconoscimento: un ribaltamento dei valori da trattato di psichiatria, ma che sembra perfettamente funzionale alle logiche del nostro tempo, in una Nazione dove chi ha perso le elezioni e il potere cuiera oramai assuefatto in termini di vera dipendenza, mette in campo tutto l’armamentario a disposizione, anche quello peggiore, per cercare di risalire la china.
L'ironia finale di questa pantomima sta nel fatto che questi campioni del narcisismo patologico che scendono in campo, proprio mentre si ergono a paladini della verità dimostrano quotidianamente, con i loro comportamenti, quell’ipertrofismo dell’autostima che costituisce il nucleo nascosto del loro disturbo. Dietro la maschera dell’apparenza colta e saccente si nasconde un limitecosì evidente da risultare quasi patetico perché costruito sul nulla o su fondamenta di cartapesta e niente più. Ma loro, forse, non ne hanno neanche piena contezza. Lo sanno bene, invece, i loro reclutatori, manovratori e organizzatori palesi e occulti
Alla fine, il vero problema sono proprio questi ultimi.

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