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L’INTERVENTO

Rottamazione “quinquies”: in arrivo la nuova definizione

Obiettivo di correggere le criticità delle precedenti edizioni

Rottamazione “quinquies”: in arrivo la nuova definizione

Il Governo è al lavoro per dare forma alla nuova rottamazione “quinquies”, con l’obiettivo di correggere le criticità delle precedenti edizioni. In passato, infatti, molti contribuenti aderivano ai piani di rientro versando solo le prime rate, per poi abbandonare il percorso a causa di scadenze troppo ravvicinate e importi eccessivi.

L’intento dell’Esecutivo è duplice: da un lato, garantire un incasso effettivo per le casse pubbliche; dall’altro, riservare l’accesso alla pace fiscale ai contribuenti affidabili, cioè a coloro che non sono decaduti dai precedenti piani. Per raggiungere questo equilibrio sarà necessario rendere i nuovi piani di rientro più sostenibili, evitando rate troppo alte e concentrando l’attenzione sulla continuità dei versamenti.

Tra le ipotesi allo studio figura la possibilità di aumentare il numero delle rate – che diventerebbero mensili e non più trimestrali – così da diluire l’esborso complessivo e agevolare chi intende saldare i propri debiti con il Fisco “senza il cappio al collo”. Si valuta una durata massima di 108 rate in nove anni, tutte di importo uguale, a differenza delle prime due rate particolarmente onerose previste nella precedente rottamazione.

Un piccolo debito potrà così essere estinto più rapidamente, con una rata minima di 50 euro mensili. Per i debiti superiori a 50.000 euro, invece, si prevede un anticipo del 5% sull’importo complessivo. In sostanza, si andrebbe verso un piano di rientro personalizzato, differenziato in base alla posizione del contribuente.

Saranno esclusi i contribuenti inaffidabili, ossia coloro che in passato hanno interrotto i pagamenti, spesso utilizzando la rottamazione solo per sospendere azioni esecutive. Anche le imprese potrebbero essere soggette a limiti e controlli più stringenti, in modo da garantire la regolarità dei versamenti futuri.

Un elemento innovativo riguarda il collegamento tra la regolarità dei pagamenti e il rilascio del Durc, documento indispensabile per partecipare ad appalti e intrattenere rapporti con la Pubblica Amministrazione. La continuità dei versamenti diventerebbe così condizione necessaria per mantenere la validità del certificato.

La rottamazione “quinquies”dovrebbe essere inserita nella prossima Legge di Bilancio 2026. Resta però da capire se, oltre alle misure di recupero e ai vincoli per i contribuenti, il Governo sarà in grado di varare anche manovre di sostegno reale, capaci di contenere l’inflazione, ridurre il prelievo fiscale e favorire la crescita economica. In assenza di tali interventi, ogni pace fiscale rischierebbe di rimanere solo un’illusione.

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