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Mentalità del dominatore: donna come mera proprietà

Il corpo e l’abitazione sono due potenti metafore del nostro essere più profondo ed intimo

Mentalità del dominatore: donna come mera proprietà

Gianluca Soncin e Pamela Genini

Quello avvenuto a Milano pochi giorni fa, pur avendo tante caratteristiche in comune con molti altri femminicidi, ha qualcosa di peculiare. I contorni del tragico episodio sono emblematici della mentalità del dominio tipica di chi ritiene che la donna con cui ha una relazione sia sua, nel senso più ampio del termine.

Abbiamo appreso tutti i particolari della dinamica dell’uccisione ed anche delle violenze, degli abusi e dei comportamenti ossessivi subiti continuamente dalla giovane Pamela Genini. I punti su cui vorrei soffermarmi sono, però, quello delle chiavi duplicate a sua insaputa e le violenze sessuali subite ogni volta che lei rifiutava di avere un rapporto con lui.

L’ex fidanzato di Pamela, diventato, poi, suo confidente, in merito ha raccontato che ad ogni no della donna Gianluca Soncin si approfittava di lei con tutta la forza bruta di cui era capace.  

Praticamente numerosi gli stupri subiti in quell’anno di relazione.  A seguito di uno di questi rapporti non consenzienti Pamela era rimasta anche incinta ed aveva deciso di non voler avere un figlio dall’uomo che, praticamente, la dominava ed aveva, pertanto, interrotto la gravidanza.

Il corpo e l’abitazione sono due potenti metafore del nostro essere più profondo ed intimo. La violazione del corpo con una penetrazione non voluta nelle zone genitali è quanto di più brutto possa vivere una donna. Allo stesso modo l’intrusione non concordata in casa è quanto di più perturbante ogni essere possa sperimentare. Entrambi i casi sono l’annullamento materiale della propria intimità.  

Permettersi di entrare in quelle pareti che per tutti costituiscono un porto sicuro è qualcosa di autenticamente inaccettabile, ci siano o meno danni materiali gravi.  Figurarsi cosa può provare, oltre il dolore fisico, una donna che sente un altro corpo entrare in lei contro la sua volontà.

Sono sensazioni inenarrabili ovvero risulta impossibile descrivere la violazione di se stesse e del proprio corpo perpetuata con la forza degli istinti animaleschi. Ribaltando la prospettiva chi si permette di entrare nel corpo altrui così come chi si prende la libertà di entrare nella casa altrui altro non fa che annullare il limite tra intimità ed esteriorità.

Quest’ultima è quella che mostriamo agli altri; l’intimità è, invece, il prezioso scrigno solo nostro che tale deve restare sempre se non lo apriamo noi volontariamente agli altri. Concetto basilare ma inesistente nella mentalità del dominatore. Dopo ciò c’è, poi, l’annullamento fisico.                                           

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