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L'opinione
24 Ottobre 2025 - 08:30
Giosi Romano
L’ultima bozza del disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri rifinanzia il credito d’imposta per investimenti nell’area della Zes unica per il Mezzogiorno, con uno stanziamento di 2 miliardi e 300 milioni per il 2026, vale a dire 100 milioni più dell’anno precedente.
Un aumento tuttavia ‘compensato’ ampiamente dall’imminente estensione dell’area beneficiata all’Umbria e alle Marche. Il rifinanziamento è in ogni caso positivo, soprattutto perché, con la nuova proroga degli incentivi Zes, la misura diventa strutturale, quanto meno nel senso che avrà respiro triennale.
Sono stati infatti previsti ulteriori importi anche per il 2027 e il 2028, nella misura, rispettivamente, di un miliardo e di 750 milioni. Lascia perplessi, se mai, il drastico ridimensionamento ipotizzato per il biennio successivo al 2026, anche se la definizione dell’importo potrebbe essere rivista sulla base dell’effettivo assorbimento delle risorse stanziate, in base alle richieste delle imprese.
I dubbi restano, perché non si comprende per quale motivo il flusso delle istanze dovrebbe ridursi, alla luce degli ottimi risultati riscontrati finora, anche grazie alla sapiente regia del Commissario Giosy Romano. Il vero nuovo fronte d’attacco per lo strumento Zes unica dovrebbe essere l’attrazione di investimenti e di nuovi insediamenti da parte delle grandi imprese nazionali ed estere.
Si tratta di un obiettivo strategico, perché solo l’arrivo di grandi stabilimenti capaci di attivare indotto e nuove filiere produttive o di rafforzare quelle già presenti può rappresentare la svolta necessaria al Mezzogiorno per aumentare la sua base produttiva, specie nel comparto manifatturiero.
A tale riguardo, dobbiamo segnalare con favore il fatto che, come da noi auspicato, la decontribuzione Sud sarà estesa alle grandi aziende, sia pure con andamento a decrescere: sconti del 30% nel 2026, del 25% nel 2027, del 20% nel 2028, del 15% nel 2029. Se confermato, questo provvedimento potrebbe indurre diversi potenziali investitori a puntare sul Sud e sul suo rilancio economico e sociale.
Ce lo auguriamo fortemente. L’auspicio è che il Governo continui con determinazione e possibilmente con maggiore coerenza in questa strategia finalizzata a promuovere il Mezzogiorno come nuovo motore produttivo del Paese.
È la sola strada che può consentire di centrare il traguardo di una maggiore coesione territoriale, dopo la fine della parentesi Pnrr, che, al di là dell’apprezzabile impegno dell’Esecutivo,non sembra avere inciso nella maniera auspicata per ridurre le distanze tra le due Italie.
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