Tutte le novità
l'intervento
25 Ottobre 2025 - 08:55
C'è qualcosa di tragicomico e insieme di grottesco in ciò che sta accadendo in alcune piazze italiane, dove la sinistra - ormai divorata da un'autoreferenzialità che rasenta il delirio - ha pensato bene di trascinare addirittura bambini delle scuole primarie in cortei politicamente orientati. Oramai non servono più soltanto cittadini consapevoli e meno ancora un dibattito politico serio: servono ulteriori comparse, piccole e innocenti, da schierare come bandiere per ingrossare le file di manifestazioni dove si urlano gli slogan che abbiamo ascoltato in questi ultimi giorni.
Si tratta dell’ennesima vicenda emblematica di una degenerazione ormai conclamata. Mentre genitori preoccupati si sono giustamente opposti all'utilizzo dei propri figli come strumenti inconsapevoli di propaganda durante l'orario scolastico, alcune amministrazioni, alcuni insegnanti e dirigenti scolastici hanno perseverato nell'organizzare la partecipazione ad eventi spacciati per "educazione alla pace", ma in realtà marcatamente politicizzati. I bambini dei genitori che non hanno dato il consenso a questo tipo di coinvolgimento dei minori sono stati parcheggiati in altre classi, a svolgere non meglio precisate attività alternative, perdendo così le consuete ore di lezione. Perché l'importante non era più, evidentemente, la normale attività didattica, ma riempire una piazza, mostrare numeri, fare massa, persino coi bambini delle elementari.
In altre manifestazioni, poi, sono state coinvolte, con il consenso o con la partecipazione dei genitori, classi intere con contorno canoro di "Bella ciao" e cartelli inneggianti alla causa palestinese. Come se la complessità di un conflitto geopolitico che dura da decenni potesse essere ridotta a tamburelli e fischietti nelle mani di bambini incapaci, per età, di comprenderne le implicazioni. Ma la comprensione, evidentemente, non è richiesta: serve solo l'immagine, il simbolo, il riempitivo emotivo per una narrazione che ha smarrito ogni contatto con la realtà.
Siamo davanti a una sinistra talmente impegnata a parlare a se stessa e a coltivare il proprio orticello ideologico da non rendersi conto dell'assurdità: utilizzare minori come amplificatori di slogan politici, sacrificando perfino la didattica sull'altare di un attivismo che serve solo a criticare il governocon i soliti “mantra” recitati all’infinito e a dare sfogo a una frustrazione identitaria ormai endemica. Non più educazione civica, ma indottrinamento precoce mascherato da pedagogia della pace.
E così, mentre nel resto del mondo ci si interroga su come proteggere i bambini, garantendo loro la migliore istruzione possibile, in Italia assistiamo allo spettacolo di una sinistra che, tramite insegnanti e dirigenti scolastici compiacenti e genitori offuscati dall’ideologia, trascina scolaresche in cortei pretestuosi, dove il falso umanitarismo diventa uno strumento di lotta politica antigovernativa da parte di una minoranza chiassosa e rissosa, convinta di essere dalla parte giusta della storia per naturale investitura. Il paradosso è che questa stessa parte politica, sempre pronta a invocare la tutela dei minori in qualunque altra occasione, non ha esitato un attimo, in questo caso, a trasformarli in pedine di uno scontro che certamente i piccoli non comprendono né possono scegliere.
Viene da chiedersi: quando la difesa dei propri principi passa attraverso l'utilizzo strumentale di bambini anche di sei anni o poco più forse il problema non è più solo politico. È antropologico. E francamente, davanti a questa deriva, non c'è nemmeno più voglia di indignarsi. Resta solo un amaro sorriso davanti al ridicolo assoluto di una galassia politica sedicente progressista che, nel tentativo disperato di apparire rilevante, ha definitivamente smarrito non solo il senso della misura, ma anche quello del pudore.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo