Tutte le novità
LETTERA AL DIRETTORE
30 Ottobre 2025 - 08:11
Gentile Direttore, ho seguito in parte il programma del giornalista Fabio Fazio “Che tempo che fa”, con l’intervista alla segretaria del Pd, Elly Schlein. Sono rimasto un po’ stordito per le inesattezze plateali contenute nel colloquio della giovane segretaria in merito alle notizie e alla storia del suo partito.
Sono un attento lettore della carta stampata, nonché fruitore delle notizie diffuse dai mass media televisivi e dai cosiddetti “telefonini”. Non mi fermo ai telegiornali, alle trasmissioni o ad altre produzioni “unidirezionali” politicamente, ma cerco di farmi un’idea attraverso più letture eterogenee e notizie possibilmente “asettiche”, per quanto oggi sia possibile in Italia. Ascoltando la Schlein mi sono posto due domande.
La segretaria del Pd ha criticato fermamente il “sistema di lottizzazione” della Rai, forse dimenticando quello operato dai governi di sinistra che si sono alternati negli ultimi dieci anni. Glielo perdoniamo: è possibile che, data la sua giovane età, non l’abbia mai saputo.
Si è poi lasciata andare a una considerazione un po’ sviolinistica, affermando che l’esempio più lampante della “fuga” dalla Rai di tanti cervelli fosse proprio lui, il conduttore Fazio, approdato alla televisione “La 9” assieme alla comica Luciana Littizzetto. “La 9”, per chi non lo sapesse, è di proprietà della Warner Bros, colosso del cinema americano, edito in Italia da Discovery. L’ultimo bilancio dell’emittente, risalente al 2021, si è chiuso con 229 milioni di euro di ricavi e un utile netto di 21 milioni.
Capirete che, con una posizione economica così florida, “La 9” può permettersi il lusso di ingaggiare professionisti provenienti da testate pubbliche come la Rai, che a stento chiude il bilancio in pareggio. Nel dibattito che si accese all’indomani della “trasmigrazione” di Fazio e Littizzetto — era il 2023 — oltre al rituale del diverso orientamento politico dei nuovi vertici Rai, e dello stesso Fazio, che non si sarebbe più sentito garantito nell’“equilibrio” politico che amava ostentare, ci fu anche chi diede una versione più semplice dei fatti: l’offerta economica più favorevole di “La 9”.
In Rai, infatti, il conduttore percepiva uno stipendio annuo di 2,24 milioni di euro; la nuova emittente gli corrisponde “appena” 2,5 milioni l’anno, con un contratto quadriennale di 10 milioni complessivi (fonte: Economy, 28 ottobre). Qualche dubbio sul perché Fazio abbia realmente lasciato la Rai è dunque lecito porselo, anche se la segretaria del Partito dei Lavoratori (Pd) — i cui iscritti guadagnano in media 1.500 euro al mese dopo vent’anni di lavoro — ha parlato di “cacciata” del “povero” Fazio.
C’è poi un’altra dichiarazione della Schlein, sempre nella stessa cortese ospitata: ha affermato che il Pd, con lei al timone, avrebbe guadagnato il 10% in più dei consensi rispetto al periodo precedente. Ovviamente, l’assunto è basato sui “sondaggi”, che più che strumenti scientifici di rilevazione appaiono spesso mezzi di propaganda.
Oggi, infatti, proliferano società demoscopiche come funghi, e ogni settimana si diffonde un sondaggio diverso: da quello di Mentana su La7 alle mille altre ricerche che indagano tutto, dai pantaloni preferiti all’ombrello più affidabile con vento forte. E così, alla fine, come dicono molti cittadini, in ogni elezione tutti hanno vinto. In realtà, l’unico vero vincitore è l’astensione dal voto.
Lasciandosi andare al suo eloquio autoelogiativo, la Schlein ha dimenticato che il vero successo elettorale del Pd fu ottenuto da Matteo Renzi dieci anni fa: il 25 maggio 2014, alle elezioni europee, il Pd ottenne il 40,8% dei voti, distaccando il Movimento 5 Stelle di ben venti punti e diventando il primo partito d’Europa con 11 milioni e 200mila voti.
Che poi Renzi sia stato così “bravo” da disperdere quel capitale politico affidandosi ai sondaggi e intestandosi il disastroso esito del referendum costituzionale, è un’altra storia della nostra confusa e irriconoscibile Seconda, o forse Terza, Repubblica. Quando il Pd formato Schlein passerà dai 5 milioni e 400mila voti delle ultime politiche del 2022 agli oltre 11 milioni del Pd formato Renzi, allora sì, la segretaria potrà puntare quell’indice — oggi rivolto verso lo schermo — e magari bucarlo davvero.
In politica, si sa, la modestia paga sempre. Renzi lo ha imparato a sue spese. La società del Terzo Millennio, più evoluta di quella del secondo, si riconosce di più in chi si china a raccogliere un fazzoletto sfuggito al vento, piuttosto che in chi sentenzia sul perché non sia stato stretto bene sul naso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo