Speciale elezioni
L'analisi
02 Novembre 2025 - 09:02
Roberto Fico
A volte il ricorso alle comparazioni accentua un giudizio, che, tuttavia, resta sempre il modo più efficace per spiegare molte cose. Ecco se, nel corso di quest’ultimo anno, la rovente situazione politica in seno al Pd, per il siluramento, prima contestato e poi concordato, del governatore De Luca, ha creato un clima tra cabaret e avanspettacolo, la campagna odierna di Fico, aspirante governatore, è da “opera buffa”.
Uscito dal suo silenzioso guscio di permanente “timidezza istituzionale”, dismesso il sobrio utilizzo delle parole, ora Fico, con le sue fluviali compiaciute esternazioni, si dà l’aria o meglio… l’arietta da Figaro, quella del Barbiere di Siviglia, che, nell’Atto I° - Scena seconda, di “Largo al Factotum tuttofare della città” canta: “Oh che bel vivere, che bel piacere. Bravo! Bravissimo! La La La La La La” , da dovunque sta.
Oltre un mese fa, quando inaugurò la campagna elettorale a Morcone, nel Sannio, per caratterizzare da subito la partenza esclusiva della sua sfida di “rigore e di riscatto” dalle aree interne, disse: “Da qui si parte, da queste valli, da questi monti per cambiare anche Napoli”.
Intanto che meglio si chiarisse il seguito, venerdì 24 ottobre, sempre da lui, sorprendentemente, è arrivata la notizia di una partenza-bis di rigore. Stavolta dal cuore di Napoli, dalla Sanità, con altre inequivocabili parole: “Napoli tornerà centrale per la Campania come strumento di crescita per le altre provincie”.
Bene! Bravo! Bis! Han voglia di aspettare le aree interne! Fico non ha ancora spiegato su quali nuove progettualità si fonda il suo annuncio. Dopo un frastuono, durato mesi, per far digerire la sua candidatura da “rivoluzionaria discontinuità” alla Regione, ci si poteva almeno mettere d’accordo sugli “orari di partenza” del tanto sperato riequilibrio regionale.
La grande novità - l’asso nella manica di Fico - finalmente è stata svelata: è il suo “originale” programma che contiene tutto ciò che non è stato fatto dalla sinistra al Comune di Napoli e alla Regione in questi ultimi trent’anni. Su cui l’aspirante governatore, è molto documentato e rassicurante: “Non dimentichiamo - ha dichiarato - realtà come San Giovanni a Teduccio, che va considerata dal punto di vista imprenditoriale: abbiamo inoltre nel nostro programma la previsione di grandi investimenti, lungo tutta la linea di costa, da San Giovanni a Castellammare, poi ci sarà il ripascimento degli arenili, da assicurare anche alle persone dell’aria orientale di Napoli di poter fare il bagno in mare, destinato a diventare un nuovo diritto sociale”.
Fico-Figaro ha, però, taciuto la scandalosa vicenda di Bagnolifutura, la madre di tutti i flop della sinistra napoletana, sapendo bene che i Cinquestelle e lui, su queste denunce, fecero il pieno di voti e oggi quella sinistra sprecona è una loro alleata. Ma lo ha taciuto anche perché al grande “Futuro di Bagnoli”- compromesso dopo il giallo di bonifici milionari senza bonifiche - ha provveduto il governo Meloni.
Giova qui sottolineare che, a Bagnoli, dove il futuro è già cominciato, a brevissima distanza, venerdì scorso al teatro “Mediterraneo alla Mostra d’Oltremare” al via al Giubileo elettorale di Fico-Figaro da indulgenze plenarie in vista del voto, c'era più di qualche esponente del passato non immune da gravi inadempienze.
Tra baci, abbracci, rimessione di peccati, pentiti econvertiti, il celebrante Fico-Figaro, ha detto, nell’introibo sul pericolo scampato di saltare questa sfida, al vicino Governatore, che lo ha graziato: “Ci volevano divisi, ma vinceremo”. Tutto però da vedere!
Non manca il rammarico per un discorsetto di Fico rivolto qualche giorno prima ai giovani, nel “dover capire che se si studia, si possono raggiungere risultati, senza dover ricorrere alle appartenenze politiche”. Evidentemente Fico non aveva ancora visto la composizione delle sue liste, da “leggi di Mendel“ sulla trasmissione ereditaria dei caratteri e, in… politica, delle eredità dinastiche.
Morale: da quando, nel maggio 2020, la coalizione tra Pd, MS e sinistre associate conquistò il Comune di Napoli, non c’è più coerenza politica. A spiegarcelo, senza accorgersene, è stato il Conte Grilletto III che ha detto: ”Noi non abbiamo alleanze precostituite, scegliamo di volta in volta!”. Morale? Questa non è politica, è autostop.
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