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LA RIFLESSIONE

Da Aniello, eroe del dovere, una lezione di umanità

Insieme all’agente Ciro Cozzolino, tuttora ricoverato in ospedale, rappresentano la ferita di una comunità che deve chiedersi come custodire la vita e il valore della convivenza civile

Da Aniello, eroe del dovere, una lezione di umanità

Ci sono tragedie che travalicano la cronaca e ci interrogano nel profondo. La morte dell’assistente capo Aniello Scarpati, poliziotto e padre di tre figli Sharon, Daniel e Melissa che insieme alla signora Eliana ha saputo costruire una famiglia esemplare, è una di quelle tragedie che ci provocano e ci scuotono dentro.

Insieme all’agente Ciro Cozzolino, tuttora ricoverato in ospedale e a cui auguriamo una rapida guarigione, rappresentano la ferita di una comunità che deve chiedersi come custodire la vita e il valore della convivenza civile.

Le tragedie, come in questo caso, nascono dall’irresponsabilità di una pericolosa minoranza che confonde la libertà con l’arbitrio. Pochi, pochissimi, con il loro comportamento dissennato, riescono a distruggere ciò che la grande maggioranza costruisce ogni giorno nel silenzio del dovere, del lavoro e del rispetto delle regole.

La vita donata del compianto Aniello ci ricorda che il servitore dello Stato è anche il servitore della comunità perché ogni gesto è una forma di responsabilità condivisa. Quando un uomo perde il senso del limite, infrange e rompe un equilibrio morale e sociale.

Anche nel dolore di questa tragedia resta la speranza perché la maggioranza silenziosa di questo Paese, uomini e donne che ogni giorno rispettano, educano, servono e si impegnano, tiene vivo il senso del bene comune. È da quel patrimonio di responsabilità e sobrietà, che tiene unita la società quando tutto sembra vacillare, che bisogna ripartire.

Soprattutto da tutti gli uomini e le donne in divisa che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per proteggere la comunità. Il loro impegno, la loro dedizione e il loro senso del dovere sono un esempio concreto di servizio al bene comune e di custodia della vita e della sicurezza di tutti.

E come ricordava il cardinale Newman: «Cor ad cor loquitur», il cuore parla al cuore.

In questo linguaggio silenzioso e profondo, fatto di sacrificio e di amore, si riconosce il vero valore della vita.

Una comunità civile si misura da questo: dal non arrendersi mai al male, ma dal continuare, ostinatamente, a credere nel valore della vita come fondamento della convivenza umana.

Questa è la vera eredità di Aniello Scarpati, eroe e martire di ogni tempo.

È la memoria di questo eroe, e di tanti altri che hanno sacrificato la vita per la difesa della legalità, a irrobustire l’intelaiatura stessa dello Stato.

Queste persone rappresentano una memoria viva, capace di offrire una grande lezione pedagogica e di stimolare la ricerca delle migliori soluzioni per sconfiggere il disagio e le inquietudini che, purtroppo, segnano la vita di molti giovani spesso minorenni che di notte vagano nelle città. Come ricordava Socrate, non si può educare l’uomo a parole, ma solo attraverso la vita e l’esempio.

*Prefetto di Napoli

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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