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Napoli smentisce: crolla il mito della città “che non denuncia”

I nuovi dati del Ministero dell'Interno spazzano via luoghi comuni e pregiudizi

Napoli smentisce: crolla il mito della città “che non denuncia”

Per anni si è ripetuto, quasi fosse una verità assoluta, che “a Napoli non si denuncia”. Oggi i numeri dicono tutt'altro. I nuovi dati del Ministero dell'Interno, pubblicati dal Sole 24 Ore, spazzano via luoghi comuni e pregiudizi: Napoli non solo denuncia, ma registra un calo complessivo dei reati.

Nel 2024 la città partenopea è tredicesima nella classifica nazionale dell'indice di criminalità, ben dietro Milano, Firenze e Roma che lavorano i primi tre posti.

Un risultato che racconta una realtà diversa da quella che per troppo tempo è stata imposta: 132.499 denunce presentate a Napoli, con un -2,43% rispetto al 2023, mentre in Italia la microcriminalità cresce dell'1,7%. Un segnale forte, che mostra come i cittadini partenopei non hanno paura di rivolgersi alle forze dell'ordine, contribuendo così a un sistema più sicuro e trasparente.

È ora di smettere di ripetere la vecchia favola della “Napoli omertosa”.

Come si può credere che un cittadino non denunci il furto di un'auto, che potrebbe essere usata per una rapina, o il furto di un portafogli o di documenti oggi indispensabili per ogni aspetto della vita quotidiana? Chi non denuncerebbe il furto di un cellulare, dove sono custoditi dati personali, codici bancari, identità digitali e perfino finanziamenti in corso (a volte per lo stesso cellulare)? E come si può restare in silenzio dopo un furto in casa, una rapina o uno scippo?

Questa scusa non regge più. Napoli denuncia, eccome. E lo fa perché ha capito che difendere la legalità significa difendere la propria dignità, la propria famiglia e la propria città. Le statistiche dicono che le grandi metropoli del Nord e del Centro Milano, Firenze, Roma, Bologna, Rimini, Torino, Prato, Venezia, Livorno, Genova, Imperia e Trieste, sono oggi più esposte ai fenomeni criminali.

Napoli, invece, è in controtendenza. Un segnale di maturità civile che conferma la crescita culturale e sociale di una capitale del Sud che non accetta più di essere il facile bersaglio dei pregiudizi.

Anche il turismo ha dato un'enorme mano, altro che problema per la città. Napoli cambia perché non abbassa la testa, perché legalmente ha trovato la forza di rialzare la testa dopo anni di offese e spesso di 'autolesionismo'. Ritrovare l'orgoglio di essere napoletani, significa anche portare più rispetto per la città, denunciare dove si deve, ma soprattutto difendere la città quando si deve.

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