Speciale elezioni
L'intervento
07 Novembre 2025 - 08:47
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
La manovra di fine anno rappresenta una svolta. Sta finendo un’epoca in cui l’Italia ha potuto disporre di notevoli risorse aggiuntive grazie al Pnrr e, inevitabilmente, la portata finanziaria degli interventi previsti si riduce. Si tratta di una condotta responsabile del Governo, in particolare della Premier Meloni e del Ministro dell’Economia Giorgetti, che consentirà al Paese di evitare aggravamenti del debito e rischi per le finanze pubbliche paragonabili a quelli che sta correndo proprio in questo periodo uno Stato cugino d’oltralpe come la Francia.
Se la torta da distribuire si ridimensiona, diventa ancora più importante che le fette siano ripartite in maniera equa. Nel caso italiano l’equità corrisponde anche all’interesse economico del Paese, e si traduce in una grande attenzione alle politiche di coesione territoriale.
Le direttrici di marcia impresse dal Governo sono condivisibili. Mezzogiorno motore produttivo del Paese, attraverso una serie di piani, interventi e strumenti. Dalla realizzazione di grandi opere come il Ponte di Messina e il completamento dell’alta velocità ferroviaria, al ruolo centrale del Sud in un riposizionamento della politica estera non solo italiana ma europea (attraverso grandi sfide come il Piano Mattei per una nuova strategia di cooperazione con diversi Stati africani), alla Zes unica, alla realizzazione nel Meridione di un grande hub energetico capace di approvvigionare non solo la nazione ma anche altre aree del vecchio continente. Fino a una grande espansione del commercio e degli scambi nel Mediterraneo, fondato sul potenziamento dei porti, della logistica e dell’intermodalità.
Perché le intenzioni si tramutino in realtà, tuttavia, serve ora, a maggior ragione vista la relativa scarsità di risorse disponibili, un monitoraggio rigoroso e selettivo di politiche e interventi da porre in campo, che, una volta tanto nella storia di questo Paese, privilegi il Sud, l’unica area che, per presenza di territorio non saturo e di giovani qualificati, può consentire all’Italia di aumentare notevolmente il suo Pil e accrescere peso politico ed economico sullo scenario europeo e mondiale.
Non è questa la sede per un’indicazione puntuale di azioni da avviare e obiettivi da raggiungere. Una strada fondamentale passa di certo dalla valorizzazione del made in Italy meridionale, dalla crescita dell’impresa manifatturiera, dalla realizzazione di opere infrastrutturali che avvicinino il Sud agli standard da tempo conseguiti nel Nord e in altre aree forti d’Europa.
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