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LA RIFLESSIONE
07 Novembre 2025 - 08:53
“Vivere col sorriso” è un argomento di grande interesse, perché riguarda il vivere quotidiano, personale, familiare, lavorativo, sociale, politico. Alla base anatomofunzionale c’è la contrazione dei muscoli della bocca e dei muscoli paranasali ed una condizione di brillantezza positiva degli occhi.
La condizione di sorriso si collega al cervello, ai visceri, alla psiche e a quella dunamis magnetica, che è specifica per ogni organismo, ogni persona e che è diversa in relazione al carattere, alla personalità, alla storia personale, al vissuto della persona.
Il sorriso porta con sè tanti significati e diverse intensità a seconda di chi lo esprime: penso al sorriso di un neonato, a quello di un bambino, di una persona adulta carica di esperienza, a quello di un grande vecchio con una grande storia alle proprie spalle, a quella di un grande attore, come Eduardo De Filippo, col viso scavato e pieno di espressività.
Il sorriso suscita gradimento, accettazione, apertura mentale e psichica e, direi, apertura al dialogo e alla relazione. Si suscita l’impressione di una persona positiva, attiva, proattiva.
Il sorriso apre le porte, abbatte i muri, crea ponti, abbatte barriere.
Mi fa piacere segnalare questa espressione bellissima: “Un giorno senza un sorriso è un giorno perso (Charlie Chaplin).
In un mondo in cui è diffusa l’indifferenza per l’altro, la violenza, i femminicidi, l’abitudine per i ragazzi a costituire bande per colpire altri, in un mondo in cui la violenza pervade il vivere familiare, il vivere sociale, scolastico, sportivo, il parlare di cosa significhi vivere col sorriso è di grande importanza, perché insegna e spinge a vivere col sorriso.
Può aiutare a migliorare il mondo, la società, la comunità. D’altra parte vivere col sorriso sulle labbra non è un presentarsi con la maschera del sorriso, ma significa avere atteggiamenti di delicatezza, di cortesia, di garbo, atteggiamenti concreti esistenziali positivi, avere una postura di dolcezza e di disponibilità. Significa porre le basi per realizzare il modus vivendi che è il fondamento dell’espressione: “Nessuno si salva da solo”.
Mi fa piacere fare degli esempi del vivere col sorriso. Nel campo della Medicina il rapporto medico-paziente, segnato dal sorriso, significa accoglienza, ascolto, studio, cura in sintonia col paziente, trattamento in unione col paziente, generare una unità funzionale che lotta la malattia.
Nel rapporto infermiere ammalato il sorriso fa sentire il paziente a suo agio nel reparto di ricovero. Il rapporto col sorriso fra fisioterapista riabilitatore e ammalato è rigenerante.
Il tocco unito al sorriso e alla professionalità fa miracoli perché genera meccanismi di resilienza e di volontà di ripresa della mpersona ammalata e da riabilitare, che portano effetti positivissimi.
Donare il sorriso ad una persona anziana, che soffre per un dolore cronico aiuta il paziente a soffrire di meno, perché sente il dolore di meno. Aiuta la produzione di endorfine che riducono il dolore. Aiuta a innescare meccanismi positivi del sistema immunitario che rendono l’organismo più forte.
È documentato che il sorriso riduce il dolore, migliora il circolo arterioso e tonifica il sistema immunitario.
Nel campo dell’insegnamento pensiamo all’opera meravigliosa che può svolgere un docente che sviluppa la sua attività con la gioia nel cuore e con il sorriso sulle labbra. I ragazzi vivranno in un buon equilibrio intellettuale e psicoattitunidale approcciandoli col sorriso, con atteggiamento positivo.
Il sorriso inoltre può aiutare i ragazzi in difficoltà a porsi a livello degli altri e a sviluppare una condizione di resilienza. Lavorare col sorriso diviene ancora più importante. In conclusione il sorriso migliora la vita.
*Presidente del Forum delle Associazioni sociosanitarie
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