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l'opinione
08 Novembre 2025 - 11:07
Sofia Loren
Non tutti negativi i giudizi seguiti alla famosa intervista di Rita De Crescenzo sui canali Rai; molti commenti hanno elevato la visibilità raggiunta dalla tiktoker ad un esempio di riscatto dalla sua travagliata vita precedente. Questa, condivisibile o meno, interpretazione confrontiamola con il percorso di un’altra famosissima donna partita dalla povertà e decisa anch’essa a riscattarsi, Sofia Loren.
La nota puteolana e Rita De Crescenzo, originarie entrambe della stessa terra e di difficili realtà di privazioni, hanno ambedue desiderato e raggiunto l‘affermazione nei rispettivi settori prescelti; totalmente differenti, però, le modalità e non solo per la distanza temporale delle loro ascese mediatiche e dei campi d’azione da esse percorsi. Sintetizzando al massimo si può affermare che Sofia Loren e Rita De Crescenzo hanno scelto l’una la discrezione, l’altra il clamore come costanti dei loro percorsi.
La giovane Scicolone nel diventare l’intramontabile Loren del cinema internazionale è stata sempre misurata e riservata nonostante le attrici siano, da sempre, protagoniste di gossip. È rimasta protettiva delle sue fragilità e della sua famiglia, ha custodito la sua intimità come un bene sacro e, forse, è stato anche questo pudore a renderla, ancora oggi, un’icona di eleganza e forza. All’estremo opposto Rita De Crescenzo sembra negare il valore della discrezione. Figlia, come Sofia, di una Napoli popolare e difficile, la tiktoker ha trovato la via del suo riscatto nella condivisione continua della sua quotidianità, qualsiasi essa sia, senza alcun filtro familiare o sociale.
Così come i prodotti che pubblicizza, i litigi con sindaci ed onorevoli e le più intime realtà matrimoniale diventano contenuti social. Durante quell’intervista, ha raccontato, perfino, con indescrivibile, ed incomprensibile, spontaneità il desiderio sessuale del marito che si manifesta all’alba di ogni giorno. È un particolare che rivela molto più di quanto raccontato: mostra come sia decisa a svendere perfino la sfera più intima sull’altare del dio della visibilità.
Vero è che dagli anni ’50 del vecchio secolo, quando i panni puliti o sporchi erano tenuti ben custoditi nel nido familiare, ai giorni nostri tutto è cambiato e che tutti, o quasi, siamo sui social a mostrare il bello della nostra vita reale o ritoccata che sia. Credo, però, che resistano ancora i confini tra la sfera pubblica e quella privata. Allo stesso modo non si può confondere la ribalta mediatica con il riscatto sociale.
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