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l'analisi
12 Novembre 2025 - 09:45
In un interessantissimo editoriale pubblicato nel luglio del 2022 e anticipatore fin nel dettaglio della valenza strategica di un argomento diventato oggi di scottante attualità, il Colonnello Giovanni Reccia, oggi Capo di Stato Maggiore presso il Comando Regionale della Guardia di Finanza, evidenziava come i cyber-attacchi possiedono sempre di più caratteristiche comparabili agli attacchi del tipo “boots on the ground” (quelli condotti da truppe sul campo), “specialmente con riguardo alle conseguenze che possono derivarne per l’integrità fisica, la vita e la distruzione di proprietà pubblica e privata”.
È una considerazione che ci induce a riflettere. In un mondo dove i conflitti non si combattono più solo sui campi di battaglia tradizionali, ma anche davanti e dietro monitor, tastiere e schermi digitali, la sicurezza informatica è diventata una questione prioritaria di sicurezza nazionale. Non stiamo parlando di fantascienza: stiamo vivendo una realtà dove un singolo attacco informatico può paralizzare una nazione intera, bloccare ospedali, fermare la produzione industriale e seminare il caos nella vita quotidiana di milioni di persone.
Ciò che rende questa minaccia particolarmente insidiosa è la sua natura ibrida. Non si tratta più di semplici attacchi informatici casuali, ma di operazioni coordinate che possono mescolare, in sequenza o in alternanza, anche guerra convenzionale e digitale. La Russia, ad esempio, ha utilizzato questa strategia in Ucraina, lanciando attacchi simultanei, convenzionali e informatici, contro infrastrutture fisiche e digitali, mentre gruppi organizzati di hackers, come il collettivo “Killnet”, hanno preso di mira, nel mondo, siti governativi e anche strutture ospedaliere, sanitarie e logistiche importanti, per tentare di destabilizzare la fiducia nelle istituzioni. Questi attacchi sfruttano al massimo, infatti, laestrema vulnerabilità delle società interconnesse, dove energia, trasporti, sanità e comunicazioni dipendono totalmente da sistemi digitali.
L'intelligenza artificiale, poi, sta rivoluzionando ulteriormente il panorama delle minacce. Questi attacchi possono adattarsi in tempo reale alle caratteristiche degli obiettivi, eludere flessibilmente le difese tradizionali e colpire con precisione chirurgica i punti più vulnerabili delle reti informatiche avversarie. Un singolo attacco di questo genere può causare danni enormi di carattere economico, finanziario e operativo, dimostrando come l'AI possa essere sempre più utilizzata per ingannare efficacemente anche i sistemi di sicurezza più sofisticati.
La “supply chain” globale, cioè la rete di processi, risorse e attività che collega un fornitore al consumatore finale, rappresenta, poi, un altro fronte critico. Con il 54% delle grandi organizzazioni che identifica le vulnerabilità della catena di approvvigionamento come il principale ostacolo alla resilienza informatica, stiamo assistendo a una nuova forma di potenziale guerra economica, dove colpire un fornitore può paralizzare centinaia di aziende a valle. Gli attacchi alla “supply chain”, infatti, sono quadruplicati dal 2020, trasformando ogni partner commerciale in un possibilepunto di “ingresso” per i criminali informatici.
La posta in gioco non potrebbe essere più alta. Non stiamo parlando solo di perdite finanziarie o di interruzioni temporanee del servizio. Stiamo parlando della capacità di ogni sistema-paese di reggere oggi efficacemente ad attacchi di questo genere che diventano sempre più subdoli, incalzanti e destabilizzanti. Ogni cittadino, ogni impresa, ogni istituzione è diventata un potenziale bersaglio in questa guerra invisibile che si combatte ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette.
La “cybersecurity”, dunque, non è più solo una questione tecnica relegata all’ambito degli addetti alla sicurezza informatica di aziende e infrastrutture: è diventata una priorità strategica nazionale che richiede un approccio coordinato tra settore pubblico e privato, tra nazioni alleate, tra ricerca accademica e applicazione pratica. Il futuro della nostra sicurezza, della nostra economia e della nostra libertà dipende anche dalla nostra capacità di vincere questa battaglia invisibile. Perché in un mondo dove tutto è connesso, un singolo punto di debolezza puòpotenzialmente diventare il tallone d'Achille dell'intera società. E la nostra sopravvivenza dipenderà, allora,da quanto saremo preparati a resistere e a reagire efficacemente anche a questa minaccia.
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