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L’OPINIONE

I successi della Zes Unica
tra auspici e preoccupazioni

Occorrono grandi investimenti per rafforzare l'industria manifatturiera e aumentare considerevolmente il tasso di occupazione del Mezzogiorno

I successi della Zes Unica
tra auspici e preoccupazioni

Giosy Romano

Gli ultimi dati riferiti dal Coordinatore della Struttura di Missione della Zes Unica per il Mezzogiorno, Giosy Romano, confermano il successo dello strumento agevolativo. Sono state concesse già 910 autorizzazioni e, sulla base delle numerose richieste da vagliare, si dovrebbe raggiungere presto il traguardo dei mille ok.

Un risultato di cui va dato merito, ovviamente, all’organismo sapientemente guidato da Romano. Tra le note positive della Zes Unica c'è anche il Piano strategico, che punta fortemente su settori come l'agroindustria, il biotech e, più in generale, il Made in Italy, dove il Mezzogiorno annovera delle eccellenze radicate sul territorio. Dopo lo sprint iniziale della Campania, anche i tessuti produttivi della Puglia e, con un po' di maggiore gradualità, della Sicilia, stanno mostrando di saper utilizzare con intensità ed efficacia le misure incentivanticorrelate allo strumento Zes.

In tale quadro, la decisione di sostituire la Struttura di Missione con un più ampio e politicamente strategico Dipartimento per il Sud non dovrebbe ostacolare il futuro della Zes Unica. Ad assicurarlo è ilSottosegretario governativo con delega specifica per il Meridione. Luigi Sbarra ha pubblicamente dichiarato che la governance tecnica della Zes, pur passando sotto l'ombrello del Dipartimento, continuerà a funzionare come prima.

Ha anche evidenziato come, con il nuovo assetto, si darà una prospettiva strutturale, di continuità nel tempo, a uno strumento finora concepito come precario, da prorogare di volta in volta.

Qualche preoccupazione desta l’idea di estendere la Zes a tutta l'Italia: può avere un senso in un’ottica di medio-lungo termine, non per l’immediato. Procedere diversamente priverebbe il Mezzogiorno di un vantaggio competitivo necessario per ridurre il gap con il resto del Paese. Non è proprio il caso, soprattutto se si considera che lo stesso Pnrr, almeno finora, pur avendo supportato l’economia meridionale, non ha accorciato in maniera tangibile le distanze tra le due Italie.

Se si intende guardare con determinazione a un orizzonte prospettico di tal genere, occorre, se mai, fare in modo, attraverso adeguate politiche di marketing territoriale, che la Zes unica diventi un fattore attrattivo non solo per le realtà aziendali del territorio, ma anche per top player nazionali e soprattutto d'oltre confine. Occorrono, infatti, grandi investimenti per rafforzare l'industria manifatturiera e aumentare considerevolmente il tasso di occupazione del Mezzogiorno.
 
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