Speciale elezioni
LETTERA DAL PALAZZO
21 Novembre 2025 - 09:18
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni
Le recenti polemiche hanno riacceso i riflettori sul Quirinale e su Palazzo Chigi. A prescindere dalla disputa in corso il fatto è che Sergio Mattarella e Giorgia Merini non intendono lasciare i rispettivi incarichi.
Se per la Meloni, tuttavia, la permanenza alla guida del governo ha una ben precisa motivazione, per il Capo dello Stato la decisione di non lasciare il Quirinale ha ragioni diverse. Da quando ha assunto la presidenza del Consiglio la Meloni ha l’obiettivo di portare a compimento la riforma del cosiddetto premierato che confermerebbe alla premier nuovi e più significativi poteri.
È ovvio che restando a Palazzo Chigi la Meloni avrebbe più ampie possibilità di manovra. Perché ciò avvenga occorre che il centrodestra sia guidato da una personalità autorevole.
Al di fuori della Meloni non vi è nessuno in grado di prenderne il posto. L’unico sarebbe, forse, il solo Antonio Tajani che però scatenerebbe le invidie di Matteo Salvini con conseguenze a dir poco devastanti, senza considerare che un governo con alla testa Salvini sarebbe assai poco ben accetto ai partner europei.
Volente o nolente per salvare la coalizione Giorgia Meloni è in ogni caso costretta a rimanere al suo posto. Ne è consapevole lei come ne sono consapevoli i suoi alleati. Diverso è il caso di Sergio Mattarella.
Alla vigilia delle ultime elezioni presidenziali, a chi gli proponeva una riconferma, Mattarella affermava che non l’avrebbe accettata perché incostituzionale.
Il mandato presidenziale, infatti, secondo la Costituzione dura sette anni e non quattordici. Una volta reinsediatosi al Quirinale il Capo dello Stato, a differenza del suo predecessore Giorgio Napolitano, ha lasciato chiaramente intendere di non avere alcuna intenzione di dimettersi.
Ci torna alla memoria la fine del mandato di Sandro Pertini, scrivemmo in un articolo che Pertini puntava a rimanere al Quirinale. Ci telefonò a casa e con la consueta schiettezza, disse: “Mi dica la verità, ma lei stando qui, ossequiato dai corazzieri e circondato da tappeti rossi, non ambirebbe a restare?”.
Sembra che più o meno sia questo il ragionamento di Mattarella al quale si aggiunge, però, la preoccupazione che il suo eventuale successore possa mettere in discussione la nostra partecipazione all’Unione europea, alla quale Mattarella da europeista convinto qual è, tiene in modo particolare.
Certo senza Mattarella e senza la Meloni, la politica italiana cambierebbe radicalmente. Ma non in meglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo