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L'analisi
25 Novembre 2025 - 09:07
Vincenzo De Luca e Roberto Fico
Comunque si giudichi l’esito di una lunga battaglia politica e poi elettorale, in Campania, con la vittoria di Roberto Fico, eletto nuovo Governatore, la storia complessa, che l’ha preceduta, non si chiude qui.
Al di là di abbracci, congratulazioni, complimenti, nel corso di questi mesi si è accumulato tanto veleno nella sinistra impossibile da ignorare. Alla vigilia del voto, certe espressioni, rivolte da De Luca a più di qualche elettore o simpatizzante come: “Ci vedremo presto”, “Sarò ancora un quarto di secolo alla Regione”, più che una rassicurazione che non scomparirà, ha fatto intendere qualcosa di ancora rimasto in sospeso da chiarire.
Un rimando a una riflessione più approfondita rispetto ai caroselli elettorali, al modo offensivo con cui è stato spodestato, in apparenza attraverso un’operazione politica ma, in realtà, una congiura. Che dopo l’editto di Ellyspot o spocchia (fa lo stesso), nel giorno del suo insediamento quando chiese la rottamazione di “cacicchi” e capibastone, trovò da subito a Napoli il terreno più fertile con una serie di puntigliose critiche a De Luca da tempo nel mirino.
Addirittura fatto apparire come il peggio del passato, salvo poi rimangiarsi tutto con un “contrordine compagni” di “guareschiana satira”. Un compromesso si fa con cose serie e costruttive non con riserve velenose, diversamente è un compromesso “storto”. È vero che Fico ha avuto la benedizione di De Luca che gli ha augurato nella convention prima del voto: “Buona fortuna, guagliò”, ma ora il neo Governatore dovrà dimostrare da subito nei fatti di meritarsela.
La Camera dei deputati, di cui è stato un timido presidente, è un organo istituzionale, che ha i suoi rigidi protocolli da seguirli secondo un’agenda quotidiana corredata da interventi per ogni tema o visita programmata. Ora la carica di Governatore è più complessa e pieno di insidie, dovendo navigare tra i fiordi di un arcipelago politico frastagliato.
A proposito di insidie, la maggiore che Fico corre da subito sta in due parole, “il nodo discontinuità”, scomparso durante la sua campagna elettorale per non creare incidenti di percorso con De Luca. Ma che prima o poi riemergerà quando l’ex Governatore gli solleciterà legittimamente un progetto e Fico dovrà spiegare la coesistenza tra “continuità e discontinuità”.
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