Tutte le novità
L’ANALISI
26 Novembre 2025 - 08:03
Roberto Fico
Le urne consegnano al Centrosinistra un risultato netto, evidente, che segna una fase politica nuova per la Campania, pur passando, sembra, dalla stessa scia del passato. Ma sarebbe un errore leggere questo voto senza considerare l’altro dato, quello più preoccupante e più significativo: un astensionismo altissimo, che continua a crescere e che indica un divario profondo tra cittadini e istituzioni. La partecipazione crolla, e questo dovrebbe interrogare tutti. Perché la gente non vota più? Perché sente di non essere rappresentata, di non avere interlocutori reali, di non scorgere più una visione credibile per il Sud.
In questo scenario complesso, però, emerge un elemento che fino a pochi anni fa sembrava impensabile: la presenza organizzata e sempre più riconoscibile di un’area identitaria e meridionalista (anche tra i candidati) capace di trovare un punto di riferimento politico e programmatico chiaro, o quasi.
Non è un mistero che gran parte di questo mondo – dalle associazioni culturali ai movimenti civici, dalle realtà giovanili ai gruppi legati alla tradizione – abbia scelto di sostenere la coalizione di centrosinistra e, in particolare, il progetto guidato da Roberto Fico.
Una scelta maturata non per appartenenza ideologica, ma per la condivisione di alcuni temi che negli ultimi anni hanno rappresentato un discrimine fondamentale per chi si occupa di Mezzogiorno.
Fico, infatti, ha assunto posizioni nette su questioni che toccano da vicino la vita dei cittadini meridionali: contrasto all’autonomia differenziata, vista come un rischio concreto di disuguaglianza territoriale; la lotta ai tanti tagli fatti al Sud; attenzione alle denunce e alle carenze strutturali della Campania; valorizzazione delle realtà locali e delle eccellenze storiche del territorio; la questione Terra dei Fuochi dopo i soli 15 milioni stanziati dal governo; sostegno a progetti identitari che partono dal basso, come il “Progetto Vesuvio” e la tutela dell’arte presepiale di San Gregorio Armeno, simbolo riconosciuto nel mondo della tradizione napoletana; la valorizzazione delle aree interne.
Per molti rappresentanti dell’area identitaria questo rappresenta un punto di svolta: per la prima volta, un esponente istituzionale riconosce apertamente che le istanze meridionaliste non sono folklore, ma materia politica concreta per l'enorme divario tra Nord e Sud raggiunto negli anni.
Se davvero – come affermato da Fico – da Napoli, dal suo centro storico, si intende far partire una nuova stagione dedicata al riscatto del Mezzogiorno, allora questa elezione potrebbe segnare l’inizio di un percorso diverso, più consapevole e più radicato nel territorio. Un percorso che dovrà fare i conti, prima di tutto, con la grande distanza tra cittadini e politica, ma che mostra anche la presenza di un tessuto identitario vivo, pronto a collaborare e a proporre.
Se il meridionalismo vuole tornare protagonista, è da qui che deve ripartire: da Napoli, dalla sua identità, dalla sua memoria e dalla sua capacità di guardare lontano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo