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L’eredità spirituale del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo

Nella sua vita sacerdotale i tratti di un’autentica teologia del sacerdozio

L’eredità spirituale del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo

Abbiamo commemorato, il 19 novembre, don Dolindo Ruotolo, sacerdote Servo di Dio che ho imparato ad apprezzare negli anni trascorsi a Gerusalemme.
La sua santità sacerdotale aiuta in un periodo che vede il sacerdozio ministeriale sotto attacco. La diminuzione dei sacerdoti rispetto al numero dei credenti, e il loro invecchiamento dovuti anche adisistima per questa vocazione, fa il paio – in modoesattamente contrario a quanto il Concilio Vaticano II aveva auspicato – con i laici impegnati nella comunità, entrati nelle sacrestie e saliti sugli altari, anziché indirizzati a evangelizzare le realtà profane. Specularmente, il sacerdozio è stato interpretato da molti come un’azione di animazione della società in campi che sono, al contrario, spazio della missione dei laici. La conseguenza è stata la secolarizzazione del clero.  
Una delle soluzioni è la presentazione di modelli sacerdotali autentici, ben diversi da quelli che, invece, vengono proposti nei luoghi di formazione sacerdotale e nei salotti televisivi e mediatici. Il Servo di Dio, don Dolindo Ruotolo, come il Santo Curato d’Ars, è una di queste figure luminose e attraenti.
Nella sua vita sacerdotale scorgo almeno 7 tratti di un’autentica teologia del sacerdozio.
1. Don Dolindo prega e prega molto completandol’adorazione dell’Eucaristia con la recita del Rosario.
2. Don Dolindo celebra bene la Santa Messa sulle quali ha scritto pagine molto belle. Comprendete bene che lo scempio a cui è stata ed è sottoposta la Messa priva il Sacerdote del suo ambiente vitale.
3. Don Dolindo è un uomo dotto, di una buona cultura biblica, teologica, musicale. I preti oggi sono mediamente ignoranti, presumendo, tra l’altro, di essere colti perché hanno seguito studi accademici presso le istituzioni ecclesiastiche il cui livello è decisamente mediocre.
4. Don Dolindo è un sacerdote predicatore. È commovente leggere le pagine autobiografiche in cui evoca le giornate trascorse nella predicazione spostandosi senza sosta da una all’altra chiesa napoletana. La predicazione domenicale è molto spesso frutto di impreparazione, una vera tortura per i fedeli. E, quando i sacerdoti utilizzano i canali YouTube o la piattaforma Tik-Tok, spesso l’esito è deludente perché si utilizzano questi strumenti provvidenziali senza avere un minimo di conoscenza del funzionamento della comunicazione a distanza e sul digitale.
5. Don Dolindo soffre. In famiglia, durante la formazione, durante il suo sacerdozio, a causa di calunnie, ma anche di severe condanne da parte dell’autorità ecclesiastica. Noi rimaniamo edificati dal suo spirito di sopportazione, dalla sua obbedienza e dalla sua fedeltà in questi lunghi anni di emarginazione. Di fronte alla sofferenza morale tutti siamo tentati di fuggire o di ribellarci con tutte le nostre forze. Don Dolindo mostra assimilazione a Cristo Pastore percosso e ferito, che non può non passare attraverso la Croce, senza la quale non ci sarà pienezza di vita sacerdotale.
6. Don Dolindo è un finissimo direttore spirituale. Le anime sono la passione della vita di un sacerdote! Facciano i sacerdoti meno riunioni, spesso inutili se non dannose, trascorrano meno tempo nell’uso dei social, di cui diventano dipendenti e da cui sono intossicati, e si dedichino a questo meravigliosoufficio.
7. ‘O vecchiarello da Maronna. Così amava essere conosciuto il nostro Don Dolindo. È un sacerdote mariano. A lui si possono applicare le parole del Trattato della vera devozione, tanto care a San Giovanni Paolo II di cui egli profetizzò il Pontificato. La devozione mariana di Don Dolindo, nutrita di una splendida teologia mariana, èpopolare: corone, canti, pellegrinaggi. Il “gelo mariano” che i teologi hanno voluto imporre alla Chiesa negli anni del post-Concilio ha avuto effetti devastanti perché, anche se ha solo scalfito il Popolo di Dio naturaliter mariano, ha dato modo al diavolo di agire indisturbato nella Chiesa e nel mondo. Senza un sacerdozio mariano, la Chiesa è in pericolo. Concludo. Se un sacerdote si ispira a don Dolindo, anche lui potrà fare miracoli, specialmente di conversione e di guarigione delle anime, ma non solo questi, e nel suo sacerdozio troverà tanta gioia, suscitando altre vocazioni sacerdotali, e allora le Chiese si riempiranno di nuovo per la gloria di Dio e la salus animarum.

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