Tutte le novità
LA RIFLESSIONE
30 Novembre 2025 - 10:08
C’è una massima, attribuita al poeta inglese Joan Keats, abbastanza popolare anche da noi, che dice: “La vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana”. Visivamente confermata la sera di lunedì scorso, per la vittoria di Roberto Fico, eletto governatore della Campania.
Che ha spinto tutti i leader “del campo largo” a raggiungere Napoli per una festosa “invasione di campo” e condividere i meriti di questo successo. Ma è stata vera gloria? Passati due giorni appena dall’esito elettorale, il sindaco di Napoli Manfredi, “sponsor” della prima ora di Roberto Fico, dopo aver mantenuto nella campagna elettorale un profilo basso, molto riservato, in un’intervista apparsa sul “Mattino” a firma di Luigi Roano, ha rotto il riserbo per lanciare sorprendentemente il manifesto elettorale per il futuro.
Dopo un preambolo da autocompiacimento per aver visto giusto su Fico, ha rivolto un monito “al fronte progressista di mettere insieme riformisti e formazioni più a sinistra, che guardano alla solidarietà e all’inclusione come valori importanti, un riformismo radicale, indispensabile, anzi alla base della proposta politica del centrosinistra”.
Poi ha detto: “Ho lavorato per questo progetto che ha vinto e io ne ho sicuramente il merito”. Ha infine aggiunto: “Napoli e la Campania, oltre a ritrovare così una loro centralità, finalmente non sono un’anomalia, ma una prospettiva del futuro della politica”.
Abbiamo detto sorprendente, perché mentre si festeggiava Fico, cominciava a profilarsi il crollo del Movimento. In Campania, nonostante il candidato governatore fosse pentastellato, i 5 Stelle hanno ridotto il loro consenso di oltre il 70%, passando dal 34,7% delle Politiche al 9,2.
Ma il dato che ferisce di più il M5s è che, in questa circostanza, l’astensionismo non è riferibile alla disaffezione in generale, sempre più crescente verso la politica, ma riguarda, in modo inequivocabile, le aree storiche del grillismo campano, deluse da troppi compromessi.
Che hanno fatto di un movimento anti-sistema, un movimento “pigliatutto”, da brama di potere, con un leader ondivago, il cui esordio da premier fu per “grazia ricevuta”. Non si è capito ancora per quali canali, seppur intuibili. In seguito, addirittura “premier bis “del governo del ribaltone, quando sul Colle spuntò il giallo di un bigliettino di Donald Trump, allora, alla sua prima presidenza, che perorava la seconda investitura a Palazzo Chigi per l’amico “Giuseppi”, rimasto celebre per quella “i” buffa. Questo esito elettorale ne mina ogni ambizione di federatore del “campo largo”.
La Schlein guadagna più di qualche punto su un alleato invadente e ambizioso. Ma rende molto attuale la severa riflessione del professore Giuseppe De Rita, Che, in un articolo del 6 dicembre del 2023 sul “Corriere della Sera”, elencò convenienze, compromessi, ipocrisie, doppi giochi, e disastri causati da un Movimento “sfasciapaese”.
“Ha favorito con disprezzo - scrisse - un progressivo disfacimento dei processi di scelta e una conseguente crisi della cultura di governo; mortificato la cultura irrinunciabile capace di interpretare e governare le complessità circostanti” e adottato il vaffa come negazione della normale relazionalità tra le persone e radice della rottura di ogni rapporto”.
Alimentando, aggiungiamo noi, attraverso campagne insultanti, la denigrazione, l’ostracismo dei bravi e la sublimazione degli incompetenti. Un danno gigantesco per il Paese costretto a dover ricostruire i centri decisionali. L’ex governatore De Luca, intanto, dal ritiro di Salerno ha manifestato il suo pensiero in latino citando l’Eneide: “Stat sua cuique dies”, ognuno ha il suo giorno.
Nella sua “testa alta, gli gira sempre un precetto virgiliano: “Taciturnitas semper servanda est, nisi tibi noceat”. Traduzione: “Il silenzio è sempre da osservare, a meno che non ti danneggi”. E se è vero che, come abbiamo scritto all’inizio, “la vittoria ha moltissimi padri”, quella di Fico ha senza dubbio come padre e “patriarca” l’ex governatore, da evocare una celebre battuta di “Miseria e Nobiltà”: “Vicienzo m’è padre a me”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo