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LA RIFLESSIONE
05 Dicembre 2025 - 09:02
Indro Montanelli
Ebbene sì, anch'io ho seguito l'antico suggerimento di Indro Montanelli: mi sono turato il naso, già sofferente per un insistente raffreddore, ed ho votato per il Pd! Non avrei mai pensato che un giorno sarebbe accaduto anche a me, ma il timore che … Annibale (questa Destra!) fosse davvero alle porte mi ha indotto a questo gesto “estremo”, almeno per me!
Purtroppo, temo che il mio “sacrificio” e quello di altri responsabili e timorosi per le sorti della democrazia, sia servito a poco. Dalle dichiarazioni post-elettorali, tutte acriticamente trionfali, questo si evince: non una considerazione sul tragico astensionismo, che mina alla base le fondamenta della democrazia, né un programma- progetto per recuperare alla cosiddetta sinistra quei consensi irresponsabilmente persi elezione dopo elezione.
Né un programma-progetto veramente alternativo, che parli alle vittime delle disuguaglianze sociali, che hanno prodotto sei milioni di poveri, certificati dall'Istat, mentre già sono iniziate le grandi manovre per individuare la candidata o il candidato a premier del Pd o del cosiddetto campo largo, una figura geometrica, non politica. Non una proposta alternativa di organizzazione sociale, di collaborazione non subalterna sul piano internazionale, mentre incombe una nuova legge elettorale, che minaccia di far impallidire l'antico Porcellum.
Tutti prudenti a non alterare antichi equilibri socioeconomici. Solo per elencare: il rapporto con le banche o le assicurazioni rischia di veder addirittura la Lega più avanzata rispetto allo stesso Pd, vittima timorosa di antichi rapporti di cui alla famosa battuta di Fassino “Allora abbiamo una banca!”.
Ma quelli che ingrossano giorno per giorno le file davanti alle sedi della Caritas e di tante altre associazioni benefiche, che assicurano a milioni di italiani un pasto, mentre gli utili di banche e assicurazioni raggiungono vette sempre più alte, che devono pensare!?
Sul piano istituzionale non una parola sulla trasformazione delle Regioni da enti di programmazione e di legislazione, di cui al dettato costituzionale ad enti inopinatamente di gestione tout court con patetici e provinciali governatori, solo alcuni, che si dilettano a distribuire risorse con cafonesche espressioni tipo “ho dato” oppure “ho stanziato” e giù la lista di finanziamenti ai Comuni o ad altri clienti, senza una visione, senza una programmazione che tenda a garantire migliore qualità della vita agli Italiani.
Meglio sarebbe definirli veri e propri “satrapi”, persone autoritarie e prepotenti che abusano del proprio potere. Senza contare che non sempre la spesa si realizza in tempi umani con una qualità accettabile. Intanto pagine intere di giornali, comprate per annunciare ai cittadini che qui siamo nel Regno di Bengodi, che le liste d'attesa sono state abolite, che le vie del mare non sono un sogno, che la piena occupazione è stata realizzata, che gli stipendi sono sufficienti per assicurare alle famiglie un livello di vita almeno accettabile.
Così il San Carlo diventa campo di battaglia per regolare “conti” che niente hanno a che vedere con il livello artistico di un'istituzione così prestigiosa. Solo per parlare di qualcosa che accade dalle nostre parti. Per stare a posto con la mia coscienza mi sono accertato che il Pd facesse parte ancora del Partito del Socialismo Europeo, di cui da antico parlamentare europeo ho fatto parte, mentre, sempre dalle nostre parti, il simbolo glorioso della Rosa Socialista è stato utilizzato per fini servili e per garantire la candidatura in una lista “melassa” di troppi soggetti che sul piano politico niente o poco hanno a che vedere con le tradizioni socialiste.
Mi auguro che prevalga in futuro la qualità di alcuni soggetti, che pure ci sono, che hanno prestigio e preparazione per avere un ruolo protagonista e per disegnare un percorso coerente con una visione di sinistra, ispirata alle radici della tradizione riformista. Mi riferisco a protagonisti del mondo delle istituzioni come il sindaco di Napoli, quello di Milano, quello di Roma ed ora anche quella di Genova, con l'augurio che sappiano suscitare nuovo entusiasmo per indurre la gente a tornare alle urne, i giovani a non organizzare solo sfilate a volte deprecabilmente violente, bensì siano capaci di alimentare nuove speranze.
E, sul piano internazionale, che l'Italia sappia lavorare in chiave protagonista per garantire pace e sviluppo in Europa e nel mondo. In questa direzione non sarebbe male se i nostri governanti recuperassero storia e radici,che nel tempo hanno dato lustro e prestigio all'Italia. La speranza, se nel 2027 sarò ancora su questa terra, è che possa andare, insieme a tanti altri recuperati alla Democrazia e alla Sinistra, quella vera, finalmente a votare, senza dovermi turare il naso.
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