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La riflessione
06 Dicembre 2025 - 09:26
Agli inizi del mese di novembre scorso abbiamo assistito alla inaugurazione di una nuova linea della Metropolitana cittadina. È per l’appunto la Linea 7 che collegherà, nelle intenzioni del Comune di Napoli e dell’Ente Autonomo Volturno, gestore di questa linea ferroviaria urbana, il quartiere di Soccavo con Fuorigrotta, passando per il comprensorio universitario di Monte San Angelo, ove è stata aperta al pubblico una stazione avveniristica e di notevole valenza architettonica progettata dall’architetto e scultore Anisch Kapoor, un artista anglo indiano molto apprezzato per le sue opere realizzate con materiali naturali e sempre diversi e per la monumentalità delle sue opere presenti in ogni parte del mondo.
Un’opera d’arte autentica e maestosa che si affianca all’altra stazione realizzata proprio di fronte che completa l’accesso alla linea ferrata sui due lati opposti di via Cinthia. Anch’essa realizzata dall’artista anglo-indiano con un progetto molto originale che accoglie i viaggiatori facendoli transitare in un lungo tunnel di acciaio che, come l’altra stazione all’interno del Campus Universitario della Ferderico II (in direzione Fuorigrotta) vuole rappresentare l’ingresso agli inferi di virgiliana memoria. Una grande bocca che accoglie i visitatori e li accompagna in una ardita discesa verso i binari in un percorso dai colori grigio intensi di malta e cemento. Un ambientamento molto vicino alla discesa agli inferi, ma che in maniera più tranquilla e rilassante, conduce solo alla banchina di stazione.
Nulla da dire sull’opera d’arte. Peccato che per realizzarla siano stati impiegati “solo” 17 anni, una marea di adeguamenti progettuali e 400 milioni di euro tra le due stazioni d’arte e leinfrastrutture ferroviarie.
Ma quale il risultato definitivo alla data della sua inaugurazione in termini di volume di transiti sulla nuova linea ferroviaria? Praticamente quasi vicino allo zero se si esclude la opportunità quasi esclusiva, sin qui ottenuta, di consentire, ad un numero tutto ancora da verificare di studenti, di raggiungere la sede universitaria di Monte San Angelo attraverso la stazione di Montesanto della Linea della Circumflegrea (e nella direzione opposta anche da alcune cittadine dei Campi flegrei). E questo grazie all’interscambio ferroviario realizzato attraverso la stazione di Soccavo della Linea Eav. Laddove è previsto il cambio del treno e l’utilizzo dei convogli della nuova linea metro 7 per raggiungere Fuorigrotta. Cioè poco meno di un chilometro più a valle.
E dopo cosa accade? Nulla. Almeno fino a settembre 2027 allorquando, probabilmente, sarà completata e posta in esercizio la seconda stazione prevista dal progetto: quella del Parco San Paolo. E poi, direte voi, cos’altro dobbiamo aspettare per arrivare al centro del quartiere di Fuorigrotta e attivare l’interscambio necessario con l’altra Linea Eav della Ferrovia Cumana e della stazione di Campi Flegrei delle Ferrovie dello Stato in piazzale Tecchio? Tanto per rendere completo ed efficace, dal punto di vista della mobilità urbana, questo nuovo tratto di Metropolitana che nasce proprio dalla esigenza di un collegamento diretto e alternativo fra i due quartieri flegrei.
Secondo le previsioni di Comune ed Eav, il collegamento sarà completato entro il secondo semestre del 2029. Salvo complicazioni! Poi dovranno progettare e realizzare l’anello che si allunga sino alla stazione prevista di via Terracina e quella di Via Giochi del Mediterraneo. Ma qui siamo ancora nella fase delle previsioni e della ricerca di finanziamenti ad hoc. Quindi potremmo dire: fantascienza allo stato puro!
Nel frattempo “godiamoci” questa ulteriore struttura trasportistica che, quando sarà completata, potrà annoverare un percorso su ferro di complessivi di 4 chilometri e mezzo di binari. Cioè veramente irrisori e poco efficaci dal punto di vista trasportistico. Un’opera faraonica (che sta, per esempio e scelleratamente paralizzando il Parco San Paolo da anni ed anni. Con la fuga dei residenti e il crollo del valore degli immobili. Oltre alla fuga di tutti gli Uffici pubblici e privati prima presenti nel Parco residenziale, per la impossibilità di accesso e di parcheggio pubblico. Oltre alla vivibilità complessiva fortemente compromessa dai cantieri infiniti e invasivi).
È la solita storia già nota che si ripete con la medesima protervia e strafottenza cui avevamo già assistito in occasione dellainaugurazione della Linea 6 tra Fuorigrotta e piazza Municipio. Una inaugurazione che si tenne nel 2007 (11 Gennaio) alla presenza del Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi che però non sapeva che stava inaugurando solo il primo tratto di quella linea ferroviaria urbana. Un percorso davvero ridicolo e limitato al breve percorso tra la Stazione Mostra in piazzale Tecchio e la stazione di Mergellina, passando per le altre due stazioni sul territorio di Fuorigrotta: Viale Augusto/Veniero e Piazza Lala/Italia. Due chilometri e mezzo di linea ferrata che si chiudevano all’interno della stazione di Mergellina delle Ferrovie dello Stato costruita nel 1927 e ancora attiva e splendente nelle sue linee artistico- architettoniche in pieno stile floreale Dècò.
Una figuraccia universale che si riversò sull’ignaro Romano Prodi, ma anche e soprattutto sul Presidente della Regione, Antonio Bassolino e il Sindaco di Napoli dell’epoca Rosetta Russo Iervolino che confezionarono “il pacco” al buon Presidente del Consiglio con l’inaugurazione fasulla e parziale della nuova linea di Metropolitana. Tanto sbandierata e pompata, con una manifestazione che avrebbe potuto essere immaginata perinaugurare un nuovo aeroporto o una stazione marittima ex novo! E quando parliamo di pacco confezionato a Prodi non dobbiamo dimenticare i veri soggetti danneggiati e sbeffeggiati da quella inaugurazione. Cioè a dire i cittadini napoletani che solo dopo due mesi videro chiudere gli impianti ferroviari della Linea 6 perché i costi di esercizio erano enormemente superiori ai pochi biglietti di viaggio venduti su quel tratto ferroviario insufficiente e quindi inutile (in quanto il medesimo percorso era già assicurato dalla Ferrovia Cumana e dalla “vecchia” direttissima delle Ferrovie dello Stato (oggi linea metro 2)
E la nostra forte preoccupazione è che questa incresciosa situazione potrebbe verificarsi di nuovo, in queste settimane, con la Linea 7. In ragione dei pochissimi utenti che utilizzano questa bretella ferroviaria contrabbandata per una nuova linea di Metropolitana. Una linea pressochè sconosciuta ai napoletani che, al momento, possono godere solo della visione dell’opera artistico-architettonica dell’autore Kapoor.
Sempre che il Comune e l’Eav attivino un servizio apposito di trasporto su gomma da Fuorigrotta sino alle due stazioni artistiche del Rione Traiano perché possano essere visitate e godute da turisti e cittadini napoletani amanti delle opere d’arte. Non certo una linea di Metropolitana, ma un nuovo attrattore turistico per la nostra città (come se non bastassero quelle che già abbiamo!). In attesa del completamento di quelle opere ferroviarie indispensabili, che potrebbero rendere effettivamente necessaria questa mastodontica opera pubblica, al momento completamente inutile.
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