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10 Dicembre 2025 - 09:37
Il virus influenzale k è una variante del ceppo influenzale A (H3N). Ovviamente, con i vaccini già preparati per il ceppo A (H3N) e pronti all'uso ci si è trovati di fronte ad una grossissima problematica in quanto il vaccino non è in grado di dare un'immunità completa perchè la variante K è stata scoperta successivamente.
Ormai da decenni i vaccini antinfluenzali vengono suggeriti dall'esperienza maturata nell'epidemia diffusa in Australia che, com'è noto, si diffonde mesi prima che da noi.
La sintomatologia include febbre alta, stanchezza, forti dolori muscolari, mal di gola, brividi, naso che cola o congestionato, e anche vomito e diarrea, soprattutto nei più piccoli. Se non trattata adeguatamente, l’infezione da sottoclade K può causare complicazioni, come infezioni dell'orecchio e dei seni paranasali, bronchite e polmonite. Le persone più esposte ai rischi di complicanze legate al nuovo ceppo sono gli adulti oltre i 65 anni, i bambini sotto i 5 anni, le donne in gravidanza e chi soffre di patologie croniche preesistenti, come diabete o malattie cardiache e polmonari.
La Fondazione Mediterraneo suggerisce di essere molto cauti nello scegliere di fare la vaccinazione. I due motivi fondamentali sono i seguenti: nella popolazione anziana bisogna controllare la normofunzionalità del sistema immunitario, già fisiologicamente più debole con l'avanzare dell' età. L'esame per il controllo del sistema immunitario è la tipizzazione linfocitaria.Tale indagine è fondamentale per avere un quadro completo dello stato immunitario attraverso lo studio funzionale dei linfociti.
I linfociti sono globuli bianchi (leucociti) che hanno un ruolo essenziale nella risposta immunitaria.
La tipizzazione linfocitaria ci permette di approfondire il loro ruolo grazie alla presenza di antigeni di superficie, ognuno dei quali ha una funzione diversa.
I linfociti vengono valutati in relazione alla loro specifica funzionalità: i linfociti T vengono suddivisi in CD3 che rappresentano i linfociti totali, linfociti CD4 cosiddetti linfociti Helper che aiutano i linfociti B a produrre anticorpi, linfociti T Suppressor CD8, i linfociti CD16 & CD56, definiti anche Natural Killer, responsabili dell'immunità innata; una funzione particolare hanno i linfociti B (CD19) che hanno un ruolo chiave nella produzione di anticorpi.
Un ruolo a parte è quello del gruppo dei linfociti CD8 attivati, anch'esso può essere valutato con la tipizzazione linfocitaria, attraverso la citofluorimetria, tale gruppo nel meccanismo della protezione ha il ruolo di determinare l'eliminazione del virus già al primo contatto.
Il secondo motivo che rende necessaria la tipizzazione linfocitaria è il seguente: in seguito alla terapia genica ad mRNA contro il covid si è avuto frequentemente come danno collaterale un abbassamento delle difese immunitarie che quindi vanno controllate. Da non dimenticare che il vaccino antinfluenzale è formato da tre ceppi e quindi l'integrità del sistema immunitario è fondamentale.
Nella fascia pediatrica poi si sconsiglia di fare il vaccino antinfluenzale se non strettamente necessario in quanto i bambini sono già sottoposti ad un numero eccessivo di vaccini, dei quali alcuni non sperimentati adeguatamente.
*Ematologo
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