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la riflessione
12 Dicembre 2025 - 09:42
Meglio tardi che mai! Dopo che è stato più volte e ripetutamente evidenziato, da diversi anni a questa parte, il grave problema, presente lungo i marciapiedi e le strade del Vomero, segnatamente nei tratti pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano ma pure in piazza Vanvitelli, causato dall’invasione del fenomeno, noto come “tavolino selvaggio”, che di fatto priva le persone, segnatamente i diversamente abili con problemi di deambulazione ma anche le mamme con passeggini, di poter transitare facilmente e in tranquillità sui marciapiedi e nelle aree pedonali, costringendole a dei veri e propri slalom, costituendo peraltro intralcio al passaggio dei mezzi di soccorso e di emergenza, sembra che finalmente, dopo anni di denunce e di battaglie, arrivino in questi giorni i primi risultati operativi.
Ma la guerra contro il dilagare delle occupazioni del suolo pubblico continua, sulla scorta del dato che, a fronte delle reiterate quanto datate proteste e denunce, salite più volte alla ribalta delle cronache, si è riscontrato, a tutt'oggi, solo qualche intervento episodico, senza però risolvere in toto il grave problema che affligge da tempo, segnatamente il quartiere collinare, attraverso regolamenti stringenti ma anche mettendo in campo attività di controllo continuo, estese a tutto il territorio, con provvedimenti definitivi e certi, per arginare il grave fenomeno.
Al riguardo è stata anche lanciata una petizione online dal titolo: ”Napoli: basta con “tavolino selvaggio”! Rivogliamo le nostre strade e i nostri marciapiedi!“, presente sulla piattaforma change org, indirizzata al prefetto, al questore e al sindaco di Napoli con la richiesta d’interventi risolutivi per debellare un fenomeno che in Città, segnatamente al Vomero, ha raggiunto livelli inaccettabili, petizione che ha già superato le 2.100 sottoscrizioni.
Bisognava comunque intervenire per tempo. Addirittura si è consentito che il problema si aggravasse, con una vera e propria giungla che, secondo gli ultimi dati, ha prodotto quasi 11.000 tavolini in più rispetto al periodo pre-Covid, pure per la possibilità di occupare spazi di molto superiori a quelli richiesti e ottenuti.
In verità da tempo i marciapiedi nel capoluogo partenopeo hanno in gran parte perso la funzione per la quale furono realizzati, come ricorda anche la loro etimologia. Tra dehors, gazebo, ombrelloni, tavolini, sedie e arredi vari, che si vanno ad aggiungere a buche, cumuli d’immondizia, motocicli in sosta e bidoncini per la differenziata lasciati in strada per l'intera giornata, per i pedoni, segnatamente per i diversamente abili o con problemi di deambulazione, transitare sui marciapiedi si è trasformata in un’impresa titanica, a volte addirittura impossibile.
Non se ne può più! Occorre liberare, non episodicamente ma in maniera definitiva, marciapiedi e strade, con l’eliminazione, in particolare, di tutte quelle strutture che impediscono il normale transito sia dei mezzi di pronto intervento che dei pedoni, peraltro sovente in aperto contrasto con le normative al riguardo vigenti e, in qualche caso, anche prive delle necessarie autorizzazioni.
È auspicabile che il prefetto, il questore, il sindaco di Napoli ma anche la magistratura sia inquirente che contabile tengano costantemente alta l'attenzione sulla vicenda, con controlli e interventi continui ma anche con una maggiore attenzione al rilascio delle autorizzazioni, al fine di evitare che attività episodiche, che già in passato sono più volte salite alla ribalta delle cronache, non raggiungano il risultato di risolvere, una volta e per sempre, l'annoso quanto sentito problema.
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