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29 Luglio 2019 - 11:42
ROMA. «Senatori, come sapete lo scorso 26 luglio è deceduto, mentre faceva il proprio dovere, Mario Cerciello Rega, vice brigadiere dell'Arma dei Carabinieri in servizio a Roma. Sposatosi da poco più di un mese, tifoso del suo Napoli, attivo nel volontariato, Mario Cerciello Rega si era sempre distinto per essere un Carabiniere modello, come dimostrano il suo stato di servizio e il concorso superato per diventare vice brigadiere". Così in Aula la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, in memoria del vice brigadiere Cerciello Rega. «L'intera comunità di Somma Vesuviana e l'intera Italia - continua Casellati - si è stretta intorno alla giovane moglie, Rosa Maria, ai familiari, agli amici e ai colleghi. La commossa partecipazione al dolore per la perdita di un giovane di così grandi valori morali, deve essere altresì l'occasione per ricordare il grande debito che tutta la Nazione ha nei confronti del Corpo dell'Arma dei Carabinieri. Facendo mio il monito del Comandante generale dell'Arma, Giovanni Nistri, credo che questo debba essere il momento del rispetto e della riconoscenza nei confronti di chi ogni giorno è impegnato sul territorio a tutela della legalità e a difesa dei diritti di ogni individuo, fino all'estremo sacrificio. Un sacrificio che, quando incrocia la vita di un giovane uomo al servizio della Patria, diventa ancor più inaccettabile».
La Casellati ha poi invitato l'Aula del Senato a un minuto di raccoglimento.
Intanto c'è ancora dibattito dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati», ha dichiarato Conte in un lungo post pubblicato l'altra sera su Facebook, intervenendo sulla foto scattata in caserma a Natale Hjorth.
"Questo pomeriggio (ieri, ndr.), ho visitato la camera ardente per rendere onore al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, un servitore dello Stato che amava l’Arma dei Carabinieri, un uomo generoso che dedicava le pause di lavoro a iniziative di solidarietà - scrive Conte -. Lo Stato partecipa commosso al dolore della moglie Rosa Maria, della madre Silvia, della sorella Lucia, del fratello Paolo, e di tutti i familiari e amici che, amandolo, più soffriranno la mancanza del suo sorriso e del suo temperamento allegro. Al sentimento di commozione si accompagnano vari interrogativi che la vicenda suscita nell’opinione pubblica e in ciascuno di noi".
Continua Conte: "Ho avuto un lungo incontro con i vertici dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate anche al fine di valutare misure di prevenzione sempre più efficaci in modo da evitare che delitti così efferati abbiano a ripetersi. In questi momenti chi ha compiti di responsabilità fa bene a interrogarsi, in modo serio e responsabile, su quali siano le modalità più idonee a intensificare il contrasto al traffico e allo spaccio di stupefacenti da cui nasce questo delitto".
"Quanto alla foto che ritrae uno dei due ragazzi americani bendato e ammanettato e che sin qui è circolata - sottolinea quindi il premier -, invito a non confondere le cose. Non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro carabiniere, il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento. Chiariamolo bene: ferme restando le verifiche di competenza della magistratura, riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati. Parimenti censurabile è il comportamento di chi ha diffuso la foto via social in spregio delle più elementari regole sulla tutela della privacy", spiega.
"L'Italia è uno Stato di diritto - rimarca Conte -. È la culla della civiltà giuridica dai tempi dell’antico diritto romano. Abbiamo princìpi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena. Tutto questo anche per merito di norme più severe introdotte da questo Governo. Piuttosto dobbiamo ora vigilare affinché tutti coloro che hanno compiti di responsabilità facciano in modo che le norme siano rigorosamente applicate", conclude il premier.
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