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24 Ottobre 2015 - 12:12
Orlando: sbagliato vedere come un nemico chiunque critichi. L'Anm replica: «Accuse ingiuste»
ROMA. «Quei toni, e qualche accento acuto, sono il tentativo di tenere insieme la magistratura in un momento in cui ci sono scontri significativi al suo interno». A dirlo è il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a proposito delle parole espresse dal presidente dall'Associazione nazionale magistrati in apertura del congresso in corso a Bari. «L'Anm non faccia gli stessi errori che in passato ha fatto la politica: pensare che chiunque critica e chiunque chieda un cambiamento debba essere visto come un nemico», aggiunge il ministro della Giustizia, a margine di un convegno a Expo sulla corruzione.
Per la senatrice del gruppo Misto, Manuela Repetti, «l'attacco da parte dell'Anm a governo e Parlamento, per di più dinanzi al presidente della Repubblica, è apparso tanto immotivato quanto esagerato e, a mio avviso, poco serio». «Eppure - prosegue - tutti i provvedimenti approvati finora da questo governo e dal Parlamento con un'ampia maggioranza sono tutti improntati al rispetto per il lavoro e l'indipendenza dei magistrati ma al contempo alla sua modernizzazione e a un più corretto equilibrio tra i poteri».
«Non sarà che dietro la difesa di alti principi, il sindacato dei magistrati difenda interessi corporativi che nulla hanno a che fare con il compito dei magistrati e con l'operato dell'attuale governo? Una cosa è certa: l'attacco di ieri - conclude Repetti - conferma la necessità di una profonda riforma della giustizia che contempli anche una ridefinizione chiara del ruolo del magistrato affinché la giustizia e la magistratura riacquistino quella credibilità indispensabile alle fondamenta di un paese democratico».
«La nostra posizione e non è di chiusura corporativa, assolutamente» afferma il segretario dell'Anm Maurizio Carbone, parlando con i giornalisti prima di intervenire al 32esimo Congresso. «Noi vogliamo invece che la magistratura - aggiunge - venga considerata nel suo giusto peso e che insieme alle altre istituzioni ci si confronti e si collabori per migliorare il sistema e dare messaggi forti al Paese e alla richiesta di legalità che ci viene rispetto allo sdegno che certe indagini e certi fenomeni dilaganti di corruzione evidentemente sollevano».
«Noi magistrati siamo stati indicati come i responsabili della disfunzione del sistema. Sono accuse ingiuste ma non vogliamo fare né polemiche né aprire un contrasto con il governo» dice il segretario Carbone, a margine del congresso nazionale. «I congressi servono per confrontarsi e per trovare insieme soluzioni».
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