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28 Agosto 2019 - 15:55
La crisi di governo è ormai al D-day. Mentre proseguono le consultazioni dal capo di Stato Mattarella, che al massimo vorrebbe chiudere entro domani mattina, il percorso per la formazione di un governo giallorosso risulta ancora accidentato.
Nel Movimento 5 Stelle si discute sulla decisione di sottoporre alla piattaforma Rousseau il via libera o meno alla nascita del governo 'giallorosso' col Partito democratico. Una scelta che ha fatto scoppiare una mini rivolta all'interno del gruppo parlamentare grillino (e non solo). Mentre il Pd se la deve vedere anche con le dimissioni di Carlo Calenda dalla Direzione nazionale del partito.
Nel frattempo si è tenuto un altro vertice M5S e Pd. Tra i nodi da sciogliere il semaforo rosso del Partito democratico a Luigi Di Maio vicepremier. «Mi sorprende che qualcuno sembri essere più concentrato a colpire il sottoscritto che a trovare soluzioni per gli italiani», ha dichiarato il capo politico dei 5 Stelle. Per Nicola Zingaretti, che ha incassato il mandato dal suo partito per trattare un nuovo governo con i grillini, «l'obiettivo era e resta combattere la destra pericolosa che abbiamo di fronte. Per questo servirà un governo nuovo e diverso e un partito nuovo e più forte» avrebbe sottolineato il segretario dem, secondo quanto viene riferito. «Io ho cercato di essere coerente con il mandato ricevuto. Ma è diritto nostro garantire la nostra autonomia e identità. Nel nome dell'unità. Vi chiedo un mandato chiaro per dare al capo dello Stato la nostra disponibilità a verificare con il presidente incaricato la possibilità di dare vita ad un governo per il Paese».
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