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02 Settembre 2019 - 08:35
Il premier incaricato: le difficoltà sono superate se tutti convergono sulle necessità del Paese
ROMA. Due giorni, al massimo tre. Poi Giuseppe Conte salirà al Colle per sciogliere la riserva. «Spero positivamente», dice il presidente del Consiglio incaricato partecipando in collegamento video dal suo studio di Palazzo Chigi alla festa del “Fatto quotidiano”. Il premier assicura che la deadline per la formazione del nuovo esecutivo giallorosso sarà «all’inizio della prossima settimana, tra martedì massimo mercoledì dobbiamo poter chiudere», dice. La squadra dell’esecutivo che guiderà non è ancora pronta, ma questa - spiega - non è la priorità del presente. Lo è invece il programma che non sarà un contratto stile Lega-M5s ma un unico testo «condiviso dove sarà difficile distinguere una misura o un obiettivo che sta a cuore a l’una o all’altra forza politica». Il lavoro, assicura, sta procedendo positivamente e anche Luigi Di Maio sta lavorando «con entusiasmo»: tra M5s e Pd «c’è un buon clima» e «tutti sono disponibili ad accantonare il passato e a concentrarsi su questo importante progetto che non riguarda una singola forza politica ma l’intero bene del Paese». Per i nomi di chi guiderà i vari ministeri, come detto, non c’è fretta. Quando il programma sarà definito inviterà M5S e Pd «a sedersi intorno a un tavolo e a dare suggerimenti, non indicazioni secche ma aperte, in modo da poter scegliere la migliore squadra». Per ora si limita ad assicurare che lavorerà perché non sia una compagine tutta al maschile. Anche il nodo del vice premier non è sciolto. A chi gli chiede se si senta un premier 5 stelle dà una risposta articolata: «Non sono iscritto al Movimento, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente: definirmi dei 5 stelle mi sembra formula inappropriata. Rimane però il dato che c’è molta vicinanza e il Movimento e in particolare Di Maio, mi ha designato come presidente. Sono dati di fatto, poi le valutazioni le lascio a tutti». Vicinanza al Movimento la dimostra quando commenta l’appello per l’intesa lanciato sabato sera da Beppe Grillo. Un invito che Conte definisce «condivisibile. Ha disegnato il futuro e ci invita a guardare in avanti. È una impostazione molto bella». Netto, invece, appare il divario con la Lega. «Non sono un premier per tutte le stagioni e l’ho dimostrato», dice ricordando di aver rifiutato la proposta di proseguire l’esperienza di Governo quando il Carroccio in Senato ritirò la mozione di sfiducia presentata contro di lui.
NESSUN VICEPREMIER, L’ULTIMA IDEA. Raccoglie ampi consensi, e a rilancirala per primo è Dario Franceschini, tra l’altro indicato proprio come outsider sulla poltrona di vicepremier. «Per una volta Beppe Grillo è stato convincente. Una sfida così importante per il futuro di tutti non si blocca per un problema di “posti”. Serve generosità. Per riuscire a andare avanti allora cominciamo a eliminare entrambi i posti da vicepremier» scrive su twitter il deputato dem. E a lui si accodano Zingaretti, Orlando e gran parte degli “alti ufficiali” del partito. Chi invece la “identifica” come una proposta per silurare Di Maio è Gianluigi Paragone, per nulla convinto che il M5S debba stringere un patto di Governo con il Pd. «Il primo fa capire chi comanda. Il secondo vuole far fuori Di Maio da Palazzo Chigi» scrive Paragone che, nel primo esempio, si riferisce a Matteo Renzi che in una intervista aveva chiesto “un governo per il Pil o non avrà i nostri voti” e come seconda immagine posta il tweet di Dario Franceschini dove il dem dice di “eliminare entrambi i posti da vicepremier”. Questa proposta, secondo il senatore M5S, nasconderebbe invece la volontà di estromettere Luigi Di Maio da Palazzo Chigi.
GRILLO DIVIDE LA BASE, ACCUSE A DI MAIO. Tra favorevoli e contrari sono migliaia su Facebook i commenti al video appello postato sabato sera da Beppe Grillo sul suo blog. Un invito - rivolto in particolare alla base del Partito democratico - a non guardare ai punti del programma o alle poltrone ma «all’occasione unica» di formare un nuovo governo. Parole che hanno suscitato un fiume di pareri sulla pagina social del garante del Movimento 5 stelle. Un dibattito che va avanti tra sostenitori dell’intesa e strenui difensori dell’ideale pentastellato che vede come fumo negli occhi un accordo con il partito di Zingaretti. «I discorsi che fai ultimamente servono solo a far digerire alla base del Movimento la scelta folle di allearsi col Pd», scrive un grillino deluso. «Quando ho votato ero convinto di aver optato per qualcuno con dei valori veri. Mi sbagliavo...», gli fa eco un altro. Tra i tanti c’è anche chi se la prende con Matteo Salvini, l’ex alleato che ha aperto la crisi, e difende il progetto di un accordo con i dem: «Nessun compromesso, si tratta di mandare avanti il contratto che non ha rispettato quel traditore di Salvini. Siccome il M5S non può governare da solo per portare avanti il programma del contratto, si è rivolto ad altri gruppi politici. Salvini si è smascherato da solo, ora è il turno del Pd se continua a creare problemi si va al voto». Portare avanti il programma «votato da 11 milioni di italiani» alle ultime elezioni politiche è il concetto che accomuna piu’ di un intervenuto. E se per farlo qualcuno è disposto anche «sparire piuttosto che allearsi col Pd», altri invitano Grillo a non mollare. I più critici accusano Grillo e il Movimento di aver resuscitato il Pd che «finalmente avevamo estromesso», o lo invitano a tornare «indietro ad una sana campagna elettorale» per riacquistare «credibilità» perché «così è un suicidio». In molti vedono nel governo con il Pd la fine del Movimento: «Voteremo no su Rousseau sul governo Renzi-Grillo», scrive uno, «avete perso tutto, la credibilità, la fiducia degli elettori», sottolinea un altro, «sono esausta io ad avervi votato per non vedere più le facce di quelli del Pd e dopo un anno e mezzo vedere che ci obblighi a doverceli puppare di nuovo. Grazie. Il mio voto non lo vedete più», annuncia un altro ancora. Insieme ai tantissimi commenti sfavorevoli in molti dimostrano vicinanza e solidarietà al capo e c’è chi lo ringrazia per aver «aperto le menti degli italiani». «Sei di un altro pianeta. Non credo che riusciranno a capirti», «C’è chi vede solo il dito e c’è invece chi vede la luna», afferma infine qualcuno. La tensione sale anche all’interno del Movimento, tra i parlamentari grillini c’è chi chiede a Di Maio di fare un passo indietro e di rinunciare al ruolo di numero due di Conte. E c’è chi si chiede: il nodo per cui rischia di spezzarsi la corda è la vicepresidenza? Perché la chiediamo a tutti i costi se abbiamo già il nostro premier? E chiediamo la vicepresidenza per Luigi oltre a un ministero?». E un altro aggiunge: se Conte fa il primo ministro e Di Maio ha un ministero ed è anche capo politico del Movimento, penso possa bastare». Di Maio raccoglie critiche, ma il suo “pensiero” è all’esito che verrà fuori da Rousseau.
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