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Bassolino: «La vera sfida del Governo? Far ripartire il Paese»

Bassolino: «La vera sfida del Governo? Far ripartire il Paese»

Il presidente dell'Associazione Sudd: «L’anno scorso 120mila italiani, in gran parte giovani, sono andati all’estero. Tra il 2007 e il 2017 sono andati via dal Mezzogiorno 480mila persone. Anche in grandi città come Napoli oppure nei Comuni piccoli della Campania c’è stato un mutamento impressionante dei quali pochi si sono accorti»

NAPOLI. «Il Paese è fermo, e farlo ripartire è la sfida fondamentale di questo Governo». A dirlo è il presidente dell’Associazione Sudd, Antonio Bassolino, analizzando il quadro politico determinatosi dopo la crisi di Ferragosto. «In poche settimane è cambiata la situazione politica, a livello europeo e nazionale. Ancora poche settimane fa sembrava impossibile quello che poi sarebbe successo, ed è anche il bello della politica. Questo perché noi siamo da tempo dentro un grande sommovimento politico che ancora non si è concluso». In effetti il cambio del quadro politico ha avuto un’evoluzione improvvisa… «Abbiamo avuto le elezioni politiche di un anno fa con il grande risultato dei Cinque Stelle, un’avanzata della Lega e un pesante risultato del Partito democratico. E dopo un anno alle Europee i Cinque Stelle hanno dimezzato i voti, la Lega ha avuto un exploit impressionante e il Pd con Zingaretti ha ripreso a salire arrestando la caduta. Invece, in questi ultimi due mesi Matteo Salvini ha commesso alcuni errori gravi».

Quali, in particolare?

«Il primo: l’autoisolamento in Europa dopo che aveva ottenuto un grandissimo successo elettorale proprio alle elezioni europee mentre invece anche i suoi alleati sono stati dentro il nuovo quadro europeo. E poi la crisi sotto Ferragosto senza far dimettere i ministri della Lega se voleva ottenere il risultato di andare dalle elezioni. E ora il nuovo Governo è alla prova dei fatti».

Qual è la priorità a suo avviso?

«C’è di fronte innanzitutto il grande tema, che già il Governo Lega-M5S non è riuscito ad affrontare in modo serio, ed è tutto da vedere anche questo Esecutivo: l’Italia è ferma da anni e se guardiamo ai dieci anni vediamo che la grande crisi internazionale è stata come una sorta di Terza guerra mondiale. Sono cresciute le diseguaglianze, sono cambiati i rapporti di forza. Alcune cifre ci aiutano a capire i problemi enormi del Paese. L’anno scorso 120mila italiani, in gran parte giovani, sono andati all’estero. Tra il 2007 e il 2017 sono andati via dal Mezzogiorno 480mila persone. Anche in grandi città come Napoli oppure nei Comuni piccoli della Campania c’è stato un mutamento impressionante dei quali pochi si sono accorti».

Quale, in particolare?

«È cambiato il paesaggio umano, il Sud è invecchiato. tanti e tanti giovani sono andati via. Eravamo la regione più giovane d’Europa, adesso siamo invecchiati. Si parla moltissimo dell’immigrazione, tra le forze politiche e sulla stampa, di chi arriva da fuori, ma pochissimo dei nostri ragazzi verso l’estero. Il nuovo Governo ha davanti la sfida di far crescere di nuovo il Paese e, in questo quadro, anche il Mezzogiorno. Saranno i fatti a dire se il nuovo Governo saprà muoversi su questa strada».

Chi rischia di più tra Pd e Movimento 5 Stelle in questa alleanza?

«Il nuovo Esecutivo è al tempo stesso un’opportunità, se riuscirà a fare crescere il Paese ma può essere un grande rischio per le forze che si sono messe assieme». Ma un modello come quello nazionale può esser riproducibile a livello locale, in particolare alle prossime elezioni regionali? «Ritengo sia prematuro un ragionamento di questo tipo».

Come può andare avanti un accordo politico come quello attuale?

«Questa alleanza può camminare se riesce a fare riforme economiche e sociali. Saranno importanti come sempre i primi cento giorni, le novità da mettere in campo. Non solo come atti di Governo ma anche come rapporto con la società. Anche perché l’alleanza è stata troppo repentina, si è passati da contrapposizioni a collaborazioni. Per questo è importante fare atti significativi e portare avanti una riflessione vera con le persone in carne e ossa. Ora il Paese è frastornato. Allora contano molto le risposte che si sapranno dare».

Napoli si aspetta tanto, dal sindaco de Magistris sono arrivati segnali di apertura al dialogo e alla collaborazione…

«La mia opinione è nota. Sono sempre per una forte collaborazione tra tutte le istituzioni, chiunque le governi. È fondamentale che ci sia dialogo e collaborazione tra Comune, Regione e Governo nazionale. È una cosa valida sempre. Un conto sono le istituzioni, che hanno il dovere di lavorare assieme per il bene dei cittadini. Un altro i partiti, che possono essere in conflitto, tra maggioranza e opposizione. Ma anche la contrapposizione deve mantenersi entro un certo limite, perché così fa crescere la società. Se si supera un certo limite, c’è la comune rovina delle parti in lotta».

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