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Regionali, Caldoro: «Con il centrodestra unito non c'è partita»

Regionali, Caldoro: «Con il centrodestra unito non c'è partita»

L'ex governatore: «Ma se si dovesse costruire una coalizione centrosinistra-Cinque Stelle ci troveremmo di fronte a una coalizione elettoralmente quasi imbattibile»

NAPOLI. «L’incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini? Assolutamente positivo perché si è recuperato lo spirito di coalizione. Questo avrà un effetto immediato e concreto sul piano locale. Ed è la condizione per vincere nel Mezzogiorno alle prossime elezioni regionali...». A dirlo è il leader dell’opposizione di centrodestra al consiglio regionale della Campania, Stefano Caldoro. «Se il centrodestra è unito non c’è storia, siamo, secondo i sondaggi, avanti di oltre 10 punti al Sud, anche in Campania».

Come cambierebbe, però, il quadro, a suo giudizio, se dovesse riprodursi, a livello locale, l’alleanza di governo Pd-Movimento 5 Stelle?

«È una possibilità sostenuta dal “grande vecchio” del Pd Goffredo Bettini, fautore dell’alleanza con  i Cinque Stelle. È chiaro che di fronte a questa ipotesi, sarebbe un quadro da monitorare...».

In che senso?

«Beh, ci troveremmo di fronte a una coalizione elettoralmente quasi imbattibile se allargata a tutto il centrosinistra. E, per questo, da contrastare in modo da indebolirla politicamente. E questo potrebbe essere fatto evidenziando le contraddizioni di un’alleanza sostanzialmente di potere e basata sul trasformismo...».

Sembra difficile, però, che in Campania possa riprodursi uno schema come quello nazionale vista la dura contrapposizione tra il governatore Vincenzo De Luca, che tra l’altro ha già annunciato di essere in campo, e i grillini...

«Non saprei dire cosa accade ma, ribadisco, se si dovesse costruire una coalizione centrosinistra-Cinque Stelle tutti diventerebbero ininfluenti, compreso De Luca. A quel punto la somma aritmetica e gli interessi di potere sarebbero talmente forti da eliminare ogni tipo di deterrenza».

Restando in Campania, è prematuro parlare, per il centrodestra, di candidature alla presidenza?

«Leggo che in un confronto nazionale si è paventata la tendenza di assegnare al Sud i candidati governatori prevalentemente a Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ma quello che è fondamentale, a mio avviso, è rafforzare la coalizione. E credo che la scelta del presidente sia l’ultima cosa in ogni caso: sia se ci fossero tre poli, nel qual caso la vittoria del centrodestra sarebbe netta. Nel caso di alleanza centrosinistra-Cinque Stelle e probabilmente anche Dema la partita è sul campo opposto».

E se il centrodestra adottasse lo strumento delle primarie, come chiede, ad esempio, Clemente Mastella?

«Io non scarto nessuna idea. Ma vediamo intanto qual è il campo di gioco. In quel caso nessuno è escluso. Non ci intestardiamo sui nomi, vincono le coalizioni» Guardando al panorama nazionale, qual è la sua impressione sul neonato Governo?

«Non mi entusiasma, non si capisce cosa voglia fare e non so come questa “fecondazione in vitro” possa convincere. Sarà interessante capire quanto potrà determinare, e questo potrà essere un elemento di novità, al Sud su due temi: l’autonomia differenziata e le risorse. Voglio vedere se sono in grado di trovare davvero un equilibrio. Anche perché si parla tanto di investimenti, ma il Mezzogiorno ha anche altri temi prioritari come sanità, ambiente, lavoro e welfare. Vediamo se rimettono in bilancio tre miliardi di investimenti sottratti al fondo per il Sud, anche se dovrebbero metterne il doppio. E c’è un’ultima annotazione...».

Quale?

«C’è un tema, quello degli asili nido. Tutti si stanno sciacquando la bocca a dire che devono essere gratuiti. Se dovessero applicare questa misura, giusta nella finalità, al Sud gli asili nido dove sono? Noi avremmo un beneficio sul 4 per cento e l’Emilia sul 36, con conseguente spostamento di risorse al Nord. Per cui voglio vedere alla prova dei fatti quali saranno le vere decisioni. Anche se al ministero per il Sud, e lo dico con convinzione, c’è una persona preparata come Giuseppe Provenzano».

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