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01 Novembre 2019 - 07:00
Solo un’intesa Pd-M5S lo supererebbe: ma pesano i fattori Di Maio e De Luca
NAPOLI. Il centrodestra unito e vittorioso anche in Campania non è soltanto un auspicio espresso dagli esponenti della coalizione dopo il risultato in Umbria. È anche un dato di fatto se si analizzano i dati delle ultime Europee e si mettono assieme le percentuali dividendole per coalizione. Naturalmente, la condizione è che tutti ripetano le performance del maggio scorso. Una sorta di simulazione, insomma, che può però essere indicativa di un’eventuale tendenza tenuto conto, però, che mancano ancora poco più di sei mesi alle elezioni campane.
CENTRODESTRA. Sommando i risultati ottenuti dalla Lega (19,21 per cento), Forza Italia (13,65) e Fratelli d’Italia (5,82), l’alleanza arriverebbe al 38,68 per cento. Riuscendo a unire anche percentuali di liste civiche, si potrebbe superare quota 40. Tenuto conto che le liste collegate al governatore uscente Vincenzo De Luca superarono di poco il 40 per cento consentendo però allo “sceriffo” di essere eletto presidente della Regione Campania, la soglia potrebbe bastare anche in questo caso per tornare a governare Palazzo Santa Lucia.
PD-CINQUE STELLE-SINISTRA. Sempre che Movimento 5 Stelle e Partito democratico non decidano di replicare l’esperimento (peraltro fallimentare ndr) dell’Umbria. E in Campania si partirebbe da una posizione diversa visto che i grillini partono da una percentuale ottenuta alle ultime elezioni europee del 33,85 per cento. Che unita al 19,11 dei democrat porterebbe i due partiti a superare addirittura il 50 per cento. Se si unissero anche +Europa, forte di 2,52 per cento dello scorso maggio; la Sinistra, che ha sfiorato il 2 per cento; e i Verdi, si arriverebbe intorno al 55 per cento. Solo un crollo verticale dei grillini e del Pd, che dipenderà anche dalle risposte che il Governo darà nei prossimi mesi, a cominciare dalla manovra, Un’ipotesi, però, quella di un accordo tra i due schieramenti, che sembra scartata dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che, però, ha aperto un fronte polemico all’interno dei pentastellati dopo che Beppe Grillo, in occasione della festa del Movimento a Napoli di qualche settimana fa, aveva tracciato la rotta ribadendo l’esigenza di un’alleanza con il centrosinistra e in particolare del dialogo con il partito di Nicola Zingaretti. Tra l’altro, non è da trascurare il fattore-De Luca: il presidente uscente, infatti, ha già lanciato la propria ricandidatura. Anche se, proprio sulla base dei numeri, una coalizione fatta dal Pd e altre forze del centrosinistra potrebbe non arrivare nemmeno alla quota del 30 per cento.
LA CORSA SOLITARIA DEI CINQUE STELLE. Una corsa solitaria dei Cinque Stelle difficilmente sarebbe premiata: pur volendo unire al pacchetto dei voti ottenuti quelli delle forze della sinistra, la percentuale complessiva rimarrebbe, anche se di poco, sotto quella del centrodestra. Questo tipo di valutazione potrebbe spingere il M5S ad analizzare eventuali accordi con elettorali con il Partito democratico.
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