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Notte bianca, ombre politiche dietro lo stop

Notte bianca, ombre politiche dietro lo stop

NAPOLI. Nei week-end c’erano stati sussurri, si era provato ad unire i punti del puzzle di comunicati stampa e si era iniziato a vociferare, attorno a Palazzo San Giacomo, di logiche politiche e sindacali che si stagliano attorno alla bufera sullo stop ai concerti di piazza del Gesù, piazza San Domenico Maggiore e Forcella avvenuto sabato notte. Ieri in consiglio comunale queste “ombre” sono state rese ancor più direttamente. Gli interventi dei consiglieri Carmine Sgambati ed Elena Coccia parlano chiaramente dello scontro politico attorno alla sospensione. Il primo ha riferito di «eminenze grige che consentono e pianificano secondo il proprio tornaconto», la seconda di «guerra all’interno del palazzo». Sgambati nel corso dell’intervento ha parlato anche di «volantini che stanno circolando», riferendosi al comunicato diffuso dal sindacato della polizia municipale Csa che pure è assai vicino all’amministrazione comunale. Parlando del volantino, Sgambati ha pure aggiunto il latinismo «excusatio non petita, accusatio manifesta».

L’OPERAZIONE. Ma andiamo con ordine e torniamo a sabato sera. Va precisato sin da subito che l’operazione della polizia municipale avviene per gli errori di fondo degli organizzatori. Un pasticcio provocato dal corto circuito tra organizzatori ed uffici. Le associazioni organizzatrici non hanno presentato la documentazione indispensabile (in particolare l’autorizzazione per il pubblico spettacolo, prevista dall’articolo 68 del Tulps) e per il corto circuito tra gli uffici comunali di piazza Cavour e quelli della seconda Municipalità coorganizzatrice dell’evento. La polizia locale è dovuta intervenire obbligatoriamente per l’assenza di “carte” fondamentali.

I COMUNICATI. Ciò nonostante intorno alla sospensione si staglia la polemica dietro cui ci sarebbe una “guerra interna” al palazzo. La battaglia inizia domenica con una nota del sindacato della polizia municipale Csa che ci tiene a precisare: «Non esistono interventi sui quali si può chiudere un occhio ed altri dove si interviene. Le levate di scudi di taluni sembrano definire un quadro d’interventi dove la tolleranza viene confusa con le omissioni d’atti d’ufficio. Non si può chiedere - aggiunge il Csa - ai lavoratori della polizia municipale di rispondere magari davanti a un magistrato delle altrui carenze o superficialità», la dura nota del sindacato. Arriva poco dopo la posizione del sindaco Luigi de Magistris con un comunicato in cui, tra le altre cose, si legge: «Con buon senso si poteva e si doveva evitare una figuraccia alla città», le parole del primo cittadino che aveva aggiunto: «Nei prossimi giorni capiremo perché tante cose strane accadono di questi tempi in città. Controlli maniacali ed assenze di controlli dove i controlli sarebbero necessari. Mi diranno la forma, il caso, lo zelo, le norme, le elezioni che si avvicinano...». Insomma, ad una lettura attenta il nesso tra le due note pare essere chiaro.

GLI INTERVENTI IN AULA. A confermarlo gli interventi di ieri in consiglio comunale. Carmine Sgambati, facendo riferimento alle dichiarazioni del sindaco rispetto alle «cose strane che accadono in città», ha parlato di «elementi di degrado amministrativo nel segno dell’immoralità. Mi riferisco allo zelo maniacale di certi controlli sugli spettacoli natalizi». E non è finita. Entrando nel merito dello spettacolo sospeso, Sgambati aggiunge: «Qui non si tratta della mano destra che ignora l’operato della sinistra: del Comune che non autorizza ciò che una Municipalità organizza: no qui il problema è più grave, l’ ordito e la trama più sottili. Qui la mano destra e la sinistra ignorano, o fingono di ignorare, il loro stesso operato, non l’una quello dell’altra. Questo perché ce n’è un altra, “trasversale”, che sorveglia e punisce secondo criteri propri. È la stessa che, ne chiederò ufficialmente conto, consente a un numero imprecisato di operatori di polizia municipale di prestare servizio presso un numero imprecisato di uffici del Comune e di altre amministrazioni in virtù di imprecisati accordi dall’ imprecisata scadenza». Sgambati parla di «vili e opportunisti nemici di Napoli non li troverai tra i banchi di chi si oppone o tra le file di chi come me, manifesta apertamente il proprio scontento. Luigi, questi sabotatori stanno inquadrati e coperti apparentemente seguendo i tuoi indirizzi ma realmente prestando attenzione ai propri e a qualche portone d’ingresso. Sono - conclude Sgambati - eminenze grigie, quasi nere, mascherate da leali collaboratori». Ma Sgambati non è stato l’unico ad intervenire sulla questione. Tra gli uomini di maggioranza anche la consigliera di “Napoli in comune a Sinistra” Elena Coccia ha esplicitamente parlato di «una guerra all’interno del palazzo». L’avvocatessa ha aggiunto: «Se questa c’è va smontata. Bisogna individuare i responsabili che hanno fatto fermare lo show, lo chiede una consigliera di maggioranza».

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