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28 Dicembre 2019 - 14:57
ROMA. «Sull'Inpgi sarebbe urgente un tavolo che definisca e anticipi l'allargamento della platea. Intanto, finanziando nuovi prepensionamenti, siamo ben al di là dell'omissione di intervento. Nel sistema a ripartizione, creando le condizioni per nuove pensioni da pagare piuttosto che quelle per il versamento di contributi, l'istituto già in difficoltà viene appesantito di un carico insostenibile». Lo ha affermato il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, introducendo la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Nella legge di Bilancio - ha aggiunto - c'è l'obbligo di sostituire due redattori con almeno uno, che può anche non essere giornalista. Lo troviamo illegittimo e impugneremo tale principio».
CARTA STAMPATA. «La carta stampata sta vivendo una crisi profonda, va difesa come bene culturale del paese. Per garantire il pluralismo di piattaforme lo Stato ha l'obbligo di sostenere quella più in crisi, e abbiamo apprezzato alcune aperture in questo senso, in particolare ringrazio il sottosegretario Martella, ma serve una risposta complessiva». Un altro dei passaggi del discorso di Verna. «Stiamo vivendo - ha ricordato - una mutazione antropologica che ha impatti forti su armonia sociale e democrazia. Ormai l'intelligenza artificiale è una componente essenziale dell'informazione. Il 64% del mercato editoriale europeo è gestito da strumenti evoluti di automazione. L'umanesimo rispetto all'algoritmo è garantito dalla nostra categoria: il giornalismo professionistico deve essere consapevole delle maggiori responsabilità che porta con sé». Verna ha poi ricordato il caso del Foglio, che rischia di perdere i fondi pubblici, biasimando il fatto che «si bloccano i fondi in attesa di vertenze, mentre pensiamo serva un'inversione del principio cautelare. È maggiore il rischio che si spenga una voce libera rispetto a perdere cifre molto più basse per esempio di quelle spese per il salvataggio banche». Il presidente dell'Odg ha poi ricordato l'aumento del numero di giornalisti sotto scorta, «saliti a 24», e rilanciato la proposta di riforma «dell'ordinamento della professione, che risale al 1963. Una proposta innovativa che guarda al mondo digitale».
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