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Comune, Gallo: i napoletani premieranno nostra idea di città

Comune, Gallo: i napoletani premieranno nostra idea di città

La capolista di IdV al consiglio comunale: cinque anni per cambiare Napoli

«Votiamo col cuore e col cervello». L'appello arriva da Alessandra Gallo, capolista al consiglio comunale di Napoli per «Italia dei Valori» insieme al consigliere uscente IdV Giovanni Formisano.

«I napoletani sceglieranno Luigi de Magistris perché sono esausti di una politica autoreferenziale e priva di una qualsiasi visione della città. L'esperienza di questi cinque anni di governo ha mostrato ai cittadini un nuovo modo di fare e vivere la politica. Con passione, tenacia e soprattutto con onestà e trasparenza».

Non tutti in città però la pensano così. Perché?

«Quello che altri vogliono in maniera offensiva far passare per anarchia è invece libertà di partecipazione democratica, è espressione più autentica di quella autonomia dai condizionamenti delle cricche e dai partiti-caserme che sta trasformando il volto del capoluogo. A Napoli stiamo sperimentando un nuovo modo di amministrare e di immaginare la politica territoriale. Un progetto che vede protagonista “Italia dei Valori” e tutte quelle donne e quegli uomini che credono nella politica come servizio e non come strumento di soddisfazione personale».

Se fosse eletta, che cosa promette?

«Non parlerei di promesse perché in politica non si promette, ma ci si impegna. Ecco, mi impegnerei a portare le istanze dei territori in consiglio comunale recuperando quel rapporto personale, di fiducia, di prossimità tra palazzo e cittadinanza che, purtroppo, negli ultimi anni si è allentato se non addirittura perso».

Nel suo programma elettorale c'è spazio per diverse tematiche: dalla mobilità alla sicurezza, dal sociale al commercio, al turismo, alle infrastrutture. Ma che cosa fare per rendere Napoli una città più avanzata tecnologicamente?

«Partendo dal presupposto che si può migliorare tutto, ma che già tanto è stato fatto; mi farò promotrice di una proposta che punti alla copertura di tutto il centro con una rete wifi gratuita da estendere, poi, all'intera città».

Ma non è un servizio già esistente?

«Il progetto “Napoli cloud city” esiste, certo. Ma va implementato sia dal punto di vista della potenza del segnale che delle caratteristiche di accesso. Sono pochi 200 mb di download al giorno, bisogna aumentarli».

Per quale motivo?

«Attualmente, il segnale gratuito comunale è attivo sul lungomare (tutta l'area da via Partenope al Castel dell'Ovo, dalla villa comunale a tutto il lungomare), a piazza Garibaldi (piazzale stazione centrale) e al Pan il Palazzo delle Arti di Napoli di via dei Mille ma bisogna estenderlo al centro storico e a tutto il cuore pulsante del capoluogo per poi allargarne il raggio a tutti i quartieri. Ne beneficeranno non solo i residenti e quanti non hanno accesso, per i più svariati motivi, al web ma soprattutto i turisti che avranno modo di navigare alla ricerca dei luoghi più incantevoli da visitare nella nostra bella Napoli».

E sulla cultura ci sono idee?

«Una delle priorità della prossima Amministrazione comunale sarà il recupero e la valorizzazione dell'Istituto di studi filosofici e creazione di una Città del libro. La biblioteca di Palazzo Serra di Cassano è un patrimonio della cultura mondiale prima ancora che di quelle napoletana e italiana che dev'essere salvaguardata e tramandata alle generazioni future così come quelle precedenti hanno fatto con noi. Credo che Palazzo San Giacomo, nei primi mesi della nuova consiliatura, dovrà essere soggetto promotore di una Conferenza dei servizi sulla cultura non solo per salvare l'Istituto dell'avvocato Marotta ma anche per realizzare una Città del libro permanente dove organizzare festival culturali, eventi letterari e giornalistici e di riscoperta della storia cittadina».

Proposte ammirevoli, ma c'è la volontà?

«Napoli non è più la capitale dell'assistenzialismo. C'è voglia di fare e soprattutto ci sono persone in grado di trasformare in carne e sangue questo desiderio di rinascita. Napoli sta cambiando. Anzi, è già cambiata».

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