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Maresca scende in campo e attacca Saviano

Maresca scende in campo e attacca Saviano

NAPOLI. Se non è una discesa in campo, poco ci manca. Il pm Catello Maresca da un lato rive- la il suo amore per la politica. Dal- l’altro, da pm anticamorra, attac- ca la narrazione della mala napo- letana proposta da Gomorra. Un affondo ad un totem della sinistra, Roberto Saviano, che sa già di campagna elettorale. Anche se, chi gli è vicino, assicura che Maresca volesse riferirsi soltanto alla nar- razione sbagliata della fiction e quello di ieri non fosse un attacco diretto allo scrittore. L’intervento del magistrato, nel corso della pre- sentazione del suo libro “Nco - Le radici del male” organizzata dal centro studi “La Contea”, è desti- nato a far discutere. L’appunta- mento, moderato dal giornalista Valentino Di Giacomo, vedeva presenti tra gli altri esponenti sto- rici del centrodestra napoletano come il presidente de “La Con- tea” ed esponente di Fdi Luciano Schifone e il deputato della for- mazione guidata da Giorgia Me- loni Edmondo Cirielli. Anche in questo caso si tratta di un segna- le politico non da poco visto che Fratelli d’Italia è la formazione del centrodestra che sta ponendo resistenze sulla richiesta di Mare- sca di rinunciare ai simboli di par- tito per una candidatura civica. La sensazione, però, è che un’intesa tra le parti possa essere trovata e che Maresca prosegua verso la candidatura con il centrodestra. D’altronde, quella di ieri, è stata una vera e propria dichiarazione d’amore alla politica: «Penso che sia la cosa più bella che ciascuno di noi si possa aspettare di fare, se viene interpretata correttamente,
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cioè come servizio per la colletti- vità», le parole di Maresca. A fa- re rumore, però, sono le parole di Maresca a proposito della narra- zione della camorra. Presentando il suo libro, Maresca dice: «Con  Gomorra assistiamo alla “bana- lizzazione della camorra”. La nar- razione nata con il racconto di Sa- viano è molto superficiale. Ven- gono mostrati solo i delinquenti e rappresentati come eroi negativi. Questa “mitologia” non mi piace affatto. Nel mio libro troverete an- che chi quotidianamente combat- te la camorra». E non è finita qui. Maresca dice ancora: «La camor- ra di cui bisognerebbe parlare non è quella di chi fa estorsioni per mille euro. Quelli non sono ca- morristi, ma pezzenti che vanno combattuti e possono essere com- battuti. La mafia che va racconta- ta e conosciuta veramente è quel- la che fa impresa. Una mafia - prosegue Maresca - capace anche di condizionare il suo racconto.
La narrazione sulla vera mafia da aggredire talvolta manca oppure viene lasciata al giornalista Sa-viano che racconta tutt’altro». Quanto alla lotta alla criminalità organizzata, Maresca aggiunge ancora: «Le mafie non si sconfiggono solo con le forze dell'ordine e la magistratura», ma «C’è un lavoro di prevenzione affidato alle istituzioni, che sono chiamate a lavorare su situazioni che, se non vengono risolte, condizioneranno il futuro delle città, a partire dalla sicurezza». La lotta alle mafie comincia «nelle scuole, nei
quartieri, anche attraverso lo sport, con l'istituzione che deve fare prevenzione, agendo sui territori dove la magistratura ha liberato dal cancro oppressivo della criminalità. Oggi dobbiamo ricostruire e dobbiamo farlo con grande attenzione perché non possiamo sbagliare».

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