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10 Maggio 2021 - 07:00
Lo sceriffo: «No a dinamiche da pentapartito con scelte romane. Alleanza col M5S? Scelta obbligata»
NAPOLI. Dopo aver lanciato Gaetano Manfredi come possibile candidato attraverso il suo gruppo composto da undici liste, Vincenzo De Luca (nella foto) esce allo scoperto in prima persona sulle prossime elezioni comunali. Ieri, intervenendo a “Mezz’ora in più” su Rai Tre ha ribadito il suo «no» all’ipotesi di candidatura di Roberto Fico, ma ha dato anche il là alla riapertura del dibattito sulle primarie. A domanda precisa sul suo «no» alla candidatura a sindaco di Napoli del presidente della Camera, il governatore ha spiegato: «Di cose se ne dicono tante.
Quando si parla di elezioni amministrative a Napoli mi scorre un brivido sul volto. Io vedo un ritorno di politica vintage, mi sembra di rivivere gli anni ‘80, con il pentapartito che decideva da Roma a chi dovesse andare il comune, la provincia o la regione, nel totale disprezzo dei territori. A me pare che questo viene considerato il rinnovamento della politica, questo è il modo migliore per rideterminare un distacco tra politica e cittadini». Insomma, oltre ad un secco «no» a Fico, quello di De Luca è un ennesimo avviso a Pd e Movimento 5 Stelle. Il governatore ha ribadito, in buona sostanza, che la decisione sul candidato va presa al tavolo napoletano e non a Roma.
Un modo, insomma, per spiegare a Dem e grillini che le sue idee per le prossime comunali non possono essere tenute in secondo piano rispetto al tavolo romano. Per De Luca scegliere a Roma significa far scegliere alla “politica-politicante”, come più volte lui l’ha definita, «senza tenere conto di chi è l'amministratore più qualificato e di chi ha il programma più concreto e efficace. Questo vale per Napoli come per Roma e le altre città», le parole dette ieri dal governatore campano.
Ma non solo. De Luca ha anche riaperto il dibattito sulle primarie. «Sono sicuramente uno strumento utile», ha detto l’ex sindaco di Salerno. L’idea delle elezioni primarie non è prevista nell’accordo firmato dalla coalizione di centrosinistra ed è stata più volte bocciata dal Pd. Ciò nonostante Italia Viva, pronta a lanciare Gennaro Migliore, e i Verdi, che tengono “in caldo” Francesco Emilio Borrelli, continuano a ribadire che l’ipotesi primarie non vada scartata a prescindere. Ed ora hanno un forte alleato sul fronte. Non a caso, subito dopo le parole dello sceriffo, la rappresentate al tavolo dei Verdi Fiorella Zabatta ha rilanciato: «Senza ulteriori indugi chiediamo che si proceda per stabilire tempi e modi per lo svoglimento delle primarie.
Non bisogna avere paura della democrazia, c’è da temere, al contrario, quando queste decisioni vengono prese lontano come frutto di accordi tra segreterie di partito». Nonostante tutti i distinguo, però, De Luca ammette che l’alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle, suo “nemico” storico, è «una scelta obbligata per tentare di costruire una coalizione». Per De Luca, però, serve «un'operazione verità. L'opportunismo, le finzioni non aiutano a costruire le coalizioni. Finora i 5Stelle hanno convissuto con due anime interne, una progressista e una conservatrice o reazionaria. Adesso vorrei capire cosa è davvero il M5S»
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