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18 Maggio 2021 - 18:53
L'ex ministro dell'Università ed ex rettore della "Federico II" di Napoli Gaetano Manfredi non sarà il candidato a sindaco di Napoli per il "campo largo" che comprende Partito democratico, Movimento 5 Stelle e altre forze di centrosinistra. Manfredi, a quanto apprende l'Adnkronos, avrebbe declinato definitivamente l'invito a candidarsi; già nei giorni scorsi l'ex rettore aveva manifestato le sue perplessità a rivestire, in caso di vittoria alle prossime amministrative, un impegno che sarebbe reso particolarmente complicato soprattutto alla luce delle condizioni di cassa del Comune di Napoli, in predissesto e a rischio default.
"Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani". Così l'ex ministro dell'Università ed ex rettore della "Federico II" Gaetano Manfredi, spiega le ragioni del suo "no" alla candidatura a sindaco di Napoli che gli era stata proposta dallo schieramento di centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle. Manfredi spiega che "il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i 5 miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore".
Manfredi prosegue: "I napoletani, legittimamente, hanno aspettative altissime. Ambiscono ad avere trasporti efficienti, strade riparate e pulite, asili nido, centri per gli anziani, impianti sportivi, parchi pubblici e condizioni di vita quotidiana adeguate ai migliori standard nazionali e internazionali. E questa è soltanto l'ordinaria amministrazione. Ma chiedono anche altro, vogliono evolvere verso la trasformazione digitale, il turismo sostenibile, l'economia circolare, i diritti di cittadinanza. Ambiscono a fare di Napoli, seppur mantenendo tutte le sue formidabili tipicità, una città europea a pieno titolo come è stata sempre nella sua storia". "A queste sollecitazioni - aggiunge - ho risposto sempre con grande ponderazione, scambiata a volte per eccessiva prudenza. Ma chi mi conosce sa bene che preferisco la concretezza alle parole vuote. Il dissesto e i conseguenti vincoli di bilancio, in questa fase di grande sofferenza sociale a valle della crisi pandemica, creerebbero ferite profonde e azzopperebbero immediatamente il desiderio di ripartenza che tutti noi abbiamo. Alle aspettative si sostituirebbe la frustrazione. I più deboli pagherebbero il prezzo più alto. Sarebbe una fase lontana dalla mia visione di società e dai miei valori".
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