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29 Maggio 2021 - 07:00
Per renderlo realizzabile serve l’intesa nel Governo. Tavolo di coalizione per benedire la candidatura
NAPOLI. Cosa ha portato Gaetano Manfredi (nella foto) a cambiare idea sulla candidatura? In che modo l’accordo firmato da Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza è riuscito ad accontentare l’ex ministro? È la domanda che si pongano in tanti il giorno dopo la decisione dell’ex rettore di scendere in campo come candidato di Pd-M5S-Sinistra e Deluchiani. Alla domanda su cosa l’abbia spinto a fare un passo indietro, Manfredi ha risposto così nelle interviste rilasciate a due quotidiani: «Non avrei potuto abbracciare una sfida e poi non essere in grado di dare risposte. Ma dopo la mia lettera, si è aperto un dibattito nazionale. Non solo su Napoli, ma sul grande tema dei Comuni, rimasto sotto traccia in tempo di Covid. E nel patto ci sono risposte ad alcune mie richieste».
ACCORDO SENZA MAGGIORANZA. Eppure manca qualche passaggio. Il patto è firmato da un pezzo importante del Governo e del Parlamento, ma che non costituisce la maggioranza alla Camera e al Senato, motivo per il quale Mario Draghi ha preso il posto di Conte a Palazzo Chigi. Resta quindi da chiedersi quali assicurazioni abbia avuto Manfredi sulla realizzazione del patto per Napoli. Cosa rende quel documento qualcosa in più di una promessa elettorale, tale da sciogliere i dubbi dell’ex rettore? È il dubbio che tanti napoletani si pongono per capire se il patto si possa davvero tradurre in realtà. éer rendere concreto il patto c’è bisogno dell’ok del Governo e quindi anche delle forze del centrodestra. E lo ha ricordato anche il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani: «Siamo disponibili a salvare Napoli, ma non ad accettare supinamente qualche loro imposizione senza prima fare bene i conti. Vogliamo risolvere i problemi del Comune ma non senza delle regole di ingaggio precise».
IL TAVOLO DI COALIZIONE. Ma non solo il centrodestra. Tra le firme al patto, manca, ad esempio, la firma di Italia Viva che pure fa parte del tavolo del centrosinistra. La coordinatrice Graziella Pagano ha dovuto anche ricordarlo: «Apprendiamo che vi è un patto per la città fra Pd 5 Stelle e Leu, ma ricordo che il perimetro dello schieramento è più ampio e con esso è necessario che ci si confronti». A questo proposito dovrebbe tenersi lunedì il tavolo di coalizione per benedire ufficialmente la candidatura di Manfredi. Ier la direzione metropolitana del Pd ha affidato a Marco Sarracino il mandato di proporre Manfredi al tavolo di coalizione. «Finalmente, dopo dieci anni, il Pd è nelle condizioni di poter vincere le prossime elezioni amministrative. Lo faremo con una coalizione larga ma politicamente connotata», le parole di Sarracino in direzione.
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