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Il fronte di Manfredi è già spaccato, Deluchiani e Iv attaccano Pd-M5S

Il fronte di Manfredi è già spaccato, Deluchiani e Iv attaccano Pd-M5S

NAPOLI. È già spaccata in due la coalizione che dovrebbe sostenere Gaetano Manfredi alle prossime elezioni comunali. Tanto che il tavolo di coalizione convocato sabato per domenica sera, (un po’ in fretta) dal segretario del Pd Marco Sarracino è stato alla fine rinviato perché sarebbe andato, di fatto, semi-deserto. È saltata, così, la “benedizione” della candidatura dell’ex rettore. Tutta l’area della coalizione composta da Italia Viva, Verdi, deluchiani e varie liste moderate si è scagliata contro le modalità scelte dal trio Pd-M5S-Articolo 1 per determinare la candidatura. Il problema non è rappresentato, per l’area moderata, dalla scelta di Manfredi, che loro già identificato, con un lungo documento, come candidato preferito rispetto a Roberto Fico. Le liste “minori”, però, vogliono essere considerate alleate alla pari di Dem e grillini. In particolare Vincenzo De Luca, anche se non si è esposto direttamente né attraverso Fulvio Bonavitacola, vuol far valere il suo peso nella coalizione per le scelte future del candidato sindaco. Ed è così che, nell’annunciare pubblicamente di non partecipare al tavolo, tra domenica e lunedì sono arrivati dalla coalizione numerosi attacchi al Pd. Italia Viva, con Graziella Pagano, ha dato il là: «Le modalità con le quali Pd, M5S e Leu hanno comunicato la scelta di Manfredi non siano accettabili. Più volte abbiamo richiamato al rispetto di tutte le forze della coalizione. Non esistono figlio di un Dio minore». Dopo aver ribadito l’importanza dell’area riformista e moderata, Pagano ha chiesto direttamente a Manfredi «un incontro per definire di più e meglio l'identità di questa alleanza». Subito dopo si è fatto sentire David Lebro, esponente del gruppo deluchiano “La città”: «Il centrosinistra per vincere deve riconoscere la forza della coalizione che ha vinto alle regionali. È necessario che Manfredi svolga la funzione di garante della coalizione con le più opportune iniziative di confronto politico e programmatico». Anche Fulvio Frezza di Più Europa va all’attacco: «Sembra che la scelta di Manfredi sia frutto di una intesa romana raggiunta dai “nostalgici di Conte” indifferente e lontana da Napoli e basata sull’illusione incomprensibile che tali partiti da soli possano imporre provvedimenti al governo Draghi». Un riferimento, duro, al patto per Napoli. Anche Più Europa annuncia: «Avvieremo un nostro confronto trasparente e concreto con Manfredi». I socialisti guidati da Michele Tarantino provano a gettare acqua sul fuoco: «Bisogna lavorare all'unità e affrontare i problemi reali della città. È necessario che Manfredi e la coalizione si incontrino al più presto per definire il programma». Più duro il coordinatore metropolitano di Articolo 1 Francesco Dinacci: «Si interrompa subito la fase delle polemiche autoreferenziali e dei giochetti interni. Il patto tra i gruppi parlamentari Pd-M5SLeU segue ad un'intesa maturata sul territorio». Poi ecco la bordata contro Italia Viva: «Ricordiamo che ha tolto improvvisamente la fiducia al governo Conte due di cui Manfredi era autorevole ministro». I Dem provano a fare sintesi e a rimediare ma non è stata ancora convocata una nuova riunione del tavolo per benedire Manfredi. In tutto ciò, i primi ad annunciare che avrebbero disertato il tavolo sono stati i Verdi. «Non condividiamo né le modalità di interlocuzione tra i partiti capofila e tutti gli altri partecipanti al tavolo, né le modalità di scelta del candidato sindaco», dice Fiorella Zabatta, delegata al tavolo. A differenza degli altri, i Verdi non escludono l’ipotesi di lasciare il tavolo per lanciare la candidatura di Francesco Emilio Borrelli. «Si è determinata la necessità di ridiscutere la posizione del partito all'interno della coalizione», dice la Zabatta. I Verdi si stanno consultando con la base e valutando alcuni sondaggi per decidere se restare al tavolo o lanciare il consigliere regionale a candidato sindaco. Intanto oggi i dissidenti del M5S, guidati da Matteo Brambilla, ribadiranno il loro «no» all’accordo in una conferenza stampa. Anche loro valutano l’ipotesi di scendere in campo da soli.

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