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11 Luglio 2021 - 06:15
LE VOCI DELLA CITTÀ Le richieste agli aspiranti primi cittadini: prioritaria la manutenzione delle infrastrutture. Il mondo accademico: «Occorre sviluppare subito progettualità e innovazione»
NAPOLI. Le riflessioni del mondo accademico sul futuro sindaco di Napoli e le priorità indicate per la ripresa della città. Che non sarà semplice. A sottolinearlo Mario Lamberti, ordinario di Diritto del Lavoro presso la Federico II: «Dovrà innanzitutto restituire ai cittadini una città vivibile. E per renderla fruibile a tutti, occorrerà partire dalla manutenzione delle sue infrastrutture con una visione ampia capace di sviluppare progettualità e innovazione». Lamberti spiega che molti progetti sono ancora al palo, emblematico è il caso Bagnoli e della Galleria Vittoria: «Dalla loro soluzione ne beneficerebbe soprattutto il turismo che potrebbe diventare uno dei principali motori dello sviluppo». L’altro aspetto, non meno importante, è il dialogo con i cittadini e gli enti istituzionali: «Occorre una programmazione che parta con la collaborazione di tutti per creare un prodotto che valorizzi le risorse disponibili e generi un ritorno economico alle imprese e ai cittadini». Sulla manutenzione ordinaria della città si sofferma anche Gennaro Biondi, ordinario di Geografia economica presso la Federico II: «Non è importante la provenienza del futuro sindaco, purché sia una persona dotata di intelligenza popolare, in grado di parlare italiano e napoletano, di conoscere i problemi di Chiaia come quelli di Scampia. Insomma, che abbia una visione della città reale. Poi i rattoppi ad una città che cade a pezzi. Le buche quotidiane sui marciapiedi sono 4 www.ilroma.net Roma - Il Giornale di Napoli domenica 11 luglio 2021 VERSO LE COMUNALI all’ordine del giorno. Ne sono stato vittima proprio qualche giorno fa inciampando in una buca che mi ha causato la frattura della gamba con conseguente operazione in ospedale». L’altro problema sul tappeto sono i trasporti, il traffico e la qualità urbana. «Basti pensare - osserva Biondi - che i tempi di percorrenza in città costano il 20 per cento in più rispetto alla media nazionale». Per ipotizzare cosa fare a Napoli nei prossimi cinque anni non basterebbe un libro. Lo rileva Fabrizio Manuel Sirignano, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale dell’Università Suor Orsola Benincasa: «Tutto dipenderà dalla squadra che il nuovo sindaco metterà in campo,che dev’essere di alto profilo istituzionale, capace di ascoltare le richieste del territorio, dei cittadini e della società civile, come le università e più in generale della cultura napoletana. Per ciò che mi compete, chi siederà a Palazzo San Giacomo dovrà essere capace di affrontare anche l’emergenza educativa non solo lavorando in sinergia con le scuole del territorio per contrastare il fenomeno sempre più diffuso della dispersione scolastica - che presenta tassi inaccettabili - ma anche impegnandosi affinché nascano strutture che offrano ai ragazzi un’alternativa alla strada, contrastando condotte devianti e criminali. Dobbiamo fare in modo che Napoli diventi una città che ponga l’educazione al centro perché questo, per il futuro, è il mattone sul quale costruire un reale discorso di natura democratica». Anche per Paolo Giordano, ordinario di Restauro e coordinatore del dottorato di Ricerca in architettura dell’Università Luigi Vanvitelli, le emergenze sono diverse: sicurezza, infrastrutture, trasporti, viabilità, lavoro: «Ma da studioso dell’architettura della città non posso non evidenziare come Napoli conservi alcune aree urbane che andrebbero riconfigurate e restaurate, su tutte Bagnoli e la Napoli orientale, attraverso ampie riqualificazioni del suo tessuto connettivo in grado di porsi come base di riscatto sociale e volano di sviluppo economico. In particolare credo e spero che si voglia finalmente procedere in modo strutturale, per parti urbane definite, senza interventi isolati intesi come “rattoppi edilizi” a singole emergenze. Penso ad esempio all’impiego dei fondi per il restauro dell’Albergo dei Poveri. Un’occasione che va colta per una riqualificazione dell’intera area orientale di Napoli , comprendendo anche il restauro del Cimitero delle 366 fosse, di cui la mastodontica fabbrica settecentesca di Ferdinando Fuga rappresenta un indiscusso caposaldo architettonico monumentale di rilievo».
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