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Manfredi:«I primi cento giorni? Duri»

Manfredi:«I primi cento giorni? Duri»

Dovremo lavorare molto sui dossier e riaprire un Comune impolverato»

NAPOLI. Un corno di buon augurio regalato da un commerciante. Selfie con i passanti e gli esercenti che lo riconoscono. Un siparietto di qualche secondo con una persona che gli pone una sciarpa del Calcio Napoli, ricordando la fede juventina del professore. Un caffè in uno dei bar del posto. Il neosindaco Gaetano Manfredi sceglie la Galleria Umberto I per la sua uscita da primo cittadino eletto, il giorno dopo la schiacciante vittoria al primo turno. «Ho dormito un po’ di più del solito, ma quando mi sono svegliato ho pensato che bisogna lavorare» afferma il neosindaco in attesa della proclamazione ufficiale alla Corte d’Appello che dovrebbe avvenire tra la fine di questa settimana e la prossima.

I COMPLIMENTI DEGLI AVVERSARI E LE TELEFONATE CON ROMA. Tante le telefonate ricevute in queste ore dall’ex rettore: sia dagli altri candidati sindaci, da Bassolino a Maresca a Clemente congratulatisi per la vittoria («gli ho dato appuntamento al consiglio comunale») che dai leader nazionali - dopo la visita al comitato elettorale del capo dei 5 Stelle Giuseppe Conte, del presidente della Camera, Roberto Fico e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Tra i contatti quello con il segretario nazionale Pd Enrico Letta (nella foto a destra) e non solo. La richiesta di Manfredi non solo a lui ma anche ad altri big è quella di «un impegno per la città» ricordando i precedenti «contatti col Governo per focalizzare le necessità di Napoli. Lavoreremo a tempo pieno per dare risposte. In parallelo alla campagna elettorale abbiamo lavorato moltissimo sui dossier, e come ex ministro so con chi parlare».

I PROGRAMMI DEL NEO-SINDACO E I TEMPI DELLA GIUNTA. Il sindaco, forte anche di un ottimo risultato elettorale della sua lista che elegge ben 5 consiglieri ed è la seconda più votata della coalizione dietro al Pd, si mostra dunque convinto di poter positivamente incidere e di poter contare sui fondi del Patto per Napoli. «Sono molto contento - commenta - è veramente molto importante, un mandato forte che mi danno i cittadini. Questo mi conferma la mia intenzione: decidere per il bene della città. Ero fiducioso di vincere al primo turno ma non di ricevere un'affermazione con questi numeri. I primi 100 giorni saranno duri, dobbiamo riaprire il Comune che è un po’ impolverato». Sottotraccia, senza clamore, Manfredi studia quella che può essere la composizione della sua giunta che sarà di 12 assessori, cioè il numero massimo previsto dalla legge per ciò che concerne Napoli. «Penso che in un paio di settimane avremo la giunta compatibilmente con i tempi tecnici necessari. Sceglieremo persone di alto livello profili alti, non posso fare anticipazioni perchè devo valutare le singole disponibilità. Sicuramente sarà una giunta tecnica e politica, poi valuteremo e sceglieremo la soluzione migliore per la città. Abbiamo avuto un fortissimo mandato popolare e non possiamo tradire questa fiducia. Agli assessori stanotte non ci ho pensato,ero troppo stanco. Né nessuno si è proposto. Ora dobbiamo partire il prima possibile. Chi farà l’assessore avrà un privilegio ma anche un grande onere. Chi non farà l’assessore farà parte della squadra e dovrà dare una mano a questa città che ha bisogno di tutti» è l’amo che lancia il nuovo sindaco attualmente abita a Nola. «Ho casa qui, il tempo di organizzarci con la famiglia» e si trasferirà nel capoluogo.

IL CONTATTO CON DE LAURENTIIS. Tra i contatti avuti anche quello con il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis (nella foto sotto): «L’ho sentito dopo i contatti che avevamo avuto anche nei giorni scorsi, ha interesse come me ad avere una città che sia competitiva a livello internazionale. Lui pensa per la squadra quello che io penso per la città». E poi taglia corto su chi gli ricorda che la sua fede juventina era stata argomento di campagna elettorale usato dal suo principale avversario, Catello Maresca: «Io penso che oramai Napoli ha finito di giocare a pallone, quindi penso che adesso dobbiamo fare cose serie e dare risposte ai cittadini che soffrono. La domenica poi andiamo allo stadio». Lo stile sobrio di Gaetano Manfredi, mantenuto anche nella festa di lunedì sera in piazza del Plebiscito, si conferma anche quando gli viene consegnato il corno alla Galleria Umberto. Da buon napoletano, però non si sottrare al rito. «Meno folklore – dice - ma di un po’ di scaramanzia alla fine abbiamo bisogno tutti quanti».

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