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18 Giugno 2022 - 07:50
Entro fine luglio nomina degli specialisti che lavoreranno al piano di riqualificazione coi fondi del Pnrr
NAPOLI. Il trasferimento della Biblioteca Naziona di Napoli da Palazzo Reale all’Albergo dei Povero in piazza Carlo III è stato uno dei temi di discussione tra il ministro Dario Franceschini e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Il primo cittadino non è affatto contrario a questa idea e ha dato la sua massima disponibilità per «facilitare» questo processo. Entro fine luglio sarà nominato un gruppo di esperti che lavorerà al progetto di riqualificazione dell’Albergo dei Poveri con i fondi del Pnrr che contemplerà anche l’ipotesi di questo trasferimento. Ma il progetto non piace a molti, giovedì in piazza sono scese diverse associazioni per dire no al trasferimento e anche parte della politica si sta schierando per evitare lo smantellamento della storica sede voluta a Palazzo Reale da Benedetto Croce.
«Abbiamo creato una rete trasversale, portando in piazza realtà anche molto diverse tra loro ma che concordano tutte su un punto: vogliamo presidi culturali, biblioteche di prossimità, partecipazione civica nei processi decisionali, vogliamo che la Biblioteca nazionale resti dov’è, vogliamo che Castel dell’Ovo resti libero e gratuito» dichiara Marina Minniti, referente del gruppo campano dell'associazione “Mi Riconosci” - Abbiamo percepito subito i rischi del Piano Cultura promosso da Manfredi: per questo abbiamo lanciato una petizione online che ha raccolto già molte firme. Questo è il secondo presidio che organizziamo e non ci fermeremo finché non avremo ascolto».
«Cosa si nasconde dietro il disegno del ministro di trasferire la Biblioteca nazionale a Palazzo Fuga? Non vorremmo ritrovarci davanti all'ennesimo centro commerciale della cultura sul modello Franceschini», afferma Severino Nappi, consigliere regionale della Lega in Campania e componente della Commissione Cultura del Consiglio regionale. «Per di più il trasloco avverrebbe in un posto che ancora non si sa come verrà strutturato, un “cantiere” per il quale la progettualità - prosegue - è tuttora incerta soprattutto perché i fondi a disposizione coprono soltanto una parte degli interventi necessari al recupero del complesso. Evidentemente il ministro, invece di occuparsi della centralità della cultura nella Capitale del Mediterraneo, sembra essere orientato più verso l'idea di una nuova rete di “merchandising”, magari da affidare alle solite cooperative». «Spostare la Biblioteca Nazionale dalla Reggia all'Albergo dei Poveri è una mancanza di rispetto istituzionale da parte del ministro Franceschini anche nei confronti di una collega di governo, la ministra Carfagna, che pochi mesi fa ha incontrato virtualmente tante associazioni che hanno presentato “100 progetti per l'Albergo dei Poveri”», afferma la consigliera regionale del gruppo misto Maria Muscarà, secondo la quale «spesso capita che neanche i napoletani conoscano la città, figuriamoci un politico del Nord che, senza incontrare le realtà del territorio, decide per loro». «Non si può traslocare una Biblioteca di quella portata, con oltre 2 miioni di volumi, 70 impiegati (tutti contrari) e con un flusso di presenze annuale relativo all'interno di un palazzo dalle grandi potenzialità turistiche», prosegue la consigliera: «un dispiego di energie e di somme di denaro ingenti dei fondi europei porterebbero ad un trasloco inutile e forse anche dannoso, vista la fragilità di tanti libri e manoscritti»
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