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Conte processa Di Maio, verso l’addio

Conte processa Di Maio, verso l’addio

L’ex premier: «Non è più un esponente del movimento, lo ha danneggiato. Parla a titolo personale»

ROMA. «Luigi Di Maio non è più un esponente del M5S, parla a titolo personale». La resa dei conti nel Movimento è ormai in atto. Giuseppe Conte convoca una riunione d’urgenza del Consiglio nazionale per fotografare il momento. La posizione dell’ex premier è netta: al ministro degli Esteri dovrà arrivare «un ammonimento molto duro» perché «ha screditato l’immagine del Movimento sia in Italia che all’estero, strumentalizzando vicende delicate Di politica estera per uso personale», è il ragionamento. Il capo M5S respinge al mittente le accuse avanzate dal suo predecessore in fatto Di Atlantismo e vicinanza all’Ue: «Ci sono le riunioni del Consiglio nazionale a dimostrarlo, è una mancanza Di rispetto verso un organo statutario e un’intera comunità», filtra da chi è vicino all’avvocato pugliese.Tra i componenti del Consiglio nazionale c’è chi è convinto che Di Maio vada espulso subito.

A Conte spetterà, quindi, la mediazione. Espellerlo ora significherebbe dargliela vinta, vada via lui in autonomia», dice qualcun altro protetto dall’anonimato. L’ex premier e il ministro degli Esteri sono ormai «separati in casa», ma, raccontano dallo stato maggiore, «cacciarlo adesso non è fattibile». Intanto, perché la procedura è lunga e prevede o l’intervento dei probiviri o quello della rete (senza poi considerare la spada Di Damocle rappresentata dai ricorsi in tribunale, ancora non del tutto schivata). E poi perché «non abbiamo ancora espulso Vito Petrocelli - fanno notare - . Non è facile procedere nei confronti Di un parlamentare, figuriamoci con un ministro». Tutte queste eccezioni, tuttavia, non dovrebbero far estrarre a Conte il cartellino rosso. Riccardo Ricciardi, vicepresidente e componente del Consiglio nazionale, è per la linea dura. «Riteniamo che occorra una profonda riflessione perché da tempo, per sua responsabilità, è un corpo estraneo al Movimento. Sta facendo un percorso personale che lo pone al Di fuori dai 5 Stelle, un partito che sta facendo le proprie scelte votandole a stragrande maggioranza».

Di più. «Personalmente ritengo che occorra prendere provvedimenti, magari coinvolgendo la rete o comunque il Consiglio nazionale. Vorrei ricordare che da capo politico Di Maio ha espulso persone per cose molto, molto meno gravi», la sottolineatura. Anche Alessandra Todde non le manda a dire: «È evidente che sta perseguendo obiettivi personali - attacca - È gravissimo e totalmente pretestuoso dire che la nostra forza politica che si esprime democraticamente possa contribuire in qualche modo a un pericolo per la sicurezza nazionale». Il diretto interessato non intende fare passi indietro. Anzi. «Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi Di prendere posizioni contrarie ai valori EuroAtlantici», insiste in una nota. Il titolare della Farnesina punta poi il dito contro «i dirigenti della prima forza politica in Parlamento» che «invece Di fare autocritica, decidono Di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue». Un atteggiamento «poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave», mette nero su bianco chiamando tutti alle proprie responsabilità: «In ballo c’è il futuro dell’Italia e dell’Europa», la sottolineatura.

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