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15 Ottobre 2022 - 07:30
ROMA. È scontro totale tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni (nella foto con Matteo Salvini). Neanche il tempo di eleggere il leghista Lorenzo Fontana alla Camera e la foto di un appunto riservato del Cavaliere rivela che la leader di Fdi viene definita «supponente, prepotente, arrogante e offensiva». Parole che scatenano una nuova tempesta nel centrodestra.
L’IRA DI FDI. Ignazio La Russa, neo presidente del Senato, chiede a Berlusconi «di dire che i suoi appunti contro Meloni sono un fake». Parole che l’esponente del Pd, Andrea Orlando, giudica «improprie» per una figura di garanzia. In serata è direttamente la Meloni a replicare: «Mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto e cioè “non ricattabile”», dice gelida la premier in pectore ai giornalisti all’uscita dalla Camera.
ASSE FDI-SALVINI. Per il totoministri Meloni gioca su due tavoli. Innanzitutto sta rafforzando l’asse con Matteo Salvini: i due ieri si sono tornati a vedersi a Montecitorio. Salvini ha ufficializzato il suo sì al ministero delle Infrastrutture e lanciato anche Giancarlo Giorgetti all’Economia. Confermati Centinaio all'Agricoltura e Calderoli alle Riforme con Baldassarre a Famiglia e natalità. La premier in pectore avrebbe aperto, sotto traccia, un “canale di comunicazione” con Antonio Tajani, dato in pole per gli Esteri proprio con l’ok di via della Scrofa, per provare a isolare così Berlusconi. Di certo non c’è molto tempo per riprendere il confronto interno dopo lo “strappo azzurro” sulla nomina di La Russa a seconda carica dello Stato.
«PARITO DIVISO, CHI COMANDA IN FI?». Bisogna superare subito le frizioni Fdi-Fi per non avvelenare ancor di più il clima, dice a mezza bocca un big azzurro, che sta seguendo da vicino il totonomi e rivela la spaccatura che nel partito azzurro provoca la linea dura . Il problema, infatti, è che dalle parti di via della Scrofa, alla luce del caso Ronzulli e di quanto accaduto ieri in Aula al Senato, resta non più il sospetto ma la convinzione che il Cav non tenga più le redini del suo partito. Da qui l’interrogativo: chi è che conta dentro Fi con cui si può parlare? Per ora sarebbe congelata tra gli azzurri l’idea di fare consultazioni separate al Colle ma Fi, raccontano, non accetterà mai l’idea di farsi dettare la lista dei ministri dalla Meloni, indipendentemente dal “no” alla Ronzulli.
LA LISTA DEI “GRADITI” A FDI. Secondo gli ultimi boatos, oltre a Tajani, sarebbero “graditi” a Fdi Maurizio Gasparri e Annamaria Bernini (entrambi ex An), l’ex presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati (ma alla Pa e non alla Giustizia destinata a Carlo Nordio) e l’ex viceministro del Mise, Gilberto Pichetto Fratin.
DA BERTOLASO A CALDERONE. Tornano anche i nomi di Guido Bertolaso e Letizia Moratti, con sullo sfondo il nodo non sciolto della candidatura alla presidenza della Regione Lombardia. Nel totoministri al ministero del Lavoro, tra gli esterni tecnici, continua a girare anche il nome di Marina Elvira Calderone, che guida il consiglio dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Per Fdi Urso alla Difesa e Crosetto allo Sviluppo economico.
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