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30 Ottobre 2022 - 16:45
"Io ispiratore della Meloni? No, Meloni non ha bisogno di essere ispirata. Ho detto alla stampa estera" che "la realtà italiana della destra è un po' diversa da come veniva loro raccontata. Dissi che avevo votato per Meloni e lo confermo". Così Gianfranco Fini, ospite di 'Mezz'ora in più' su Rai Tre.
"C'è stato chi ha indicato una rotta, una strada. Tocca ai più giovani percorrerla", dice Fini, parlando del suo rapporto con l'attuale premier.
Meloni e La Russa? "Avevano ragione loro e avevo torto io", afferma l'ex leader di An, ricordando la fondazione di Fratelli d'Italia. L'attuale premier e il presidente del Senato "non mi seguono quando vengo estromesso" dal Pdl, "danno vita alla casa della destra: io non ci credevo", rammenta Fini.
Il Pdl è stato "un errore imperdonabile, non lo perdono a me stesso", racconta l'ex leader di An. "Era nato il Pd, credevamo nel bipolarismo", spiega l'ex presidente della Camera.
Poi sul simbolo: "Il simbolo di Fdi non è il simbolo del Msi ma di Alleanza Nazionale. Perché non avete detto, quando è nata An, 'c'è ancora la fiamma?'", dice Fini.
Riguardo all'antifascismo osserva: "La sinistra italiana non può accendere l'interruttore dell'antifascismo solo quando, in modo strumentale, ravvisa un pericolo per la democrazia". "Le accuse mosse a Meloni sono risibili", insiste l'ex leader di An. Chiedono da sinistra di riconoscere l'antifascismo come valore? "Sì, lo abbiamo detto a Fiuggi e Giorgia Meloni non si è mai dissociata", prosegue.
E il titolo dell'intervista a La Russa sul 25 aprile "è forzato", osserva. Il presidente del Senato, rimarca il fondatore di An, "ha detto che non andrebbe ai cortei, ma non andrebbe perché si troverebbe quei giovanotti che, nel nome dell'antifascismo, lo hanno minacciato di morte".
Quanto all'esecutivo rileva: "Questo è un governo di destra-centro, questo mette in agitazione gli alleati. Meloni dovrà essere paziente e abile nel tentativo di tenere tutti insieme, nell'ambito di un programma unico e delle risorse disponibili, agendo sulla base di valori condivisi. Do per scontato che ci saranno fibrillazioni". "Il fatto che Fdi abbia raccolto più voti di quelli messi insieme da Fi e Lega mette in agitazione gli alleati che hanno il diritto di rimarcare la loro identità" è l'analisi di Gianfranco Fini.
Il presidente Meloni o la presidente? "Mi viene più spontaneo dire la presidente, ma capisco chi dice il presidente", risponde l'ex leader di An.
Riguardo alla situazione Covid, "è meglio che rimangano le mascherine obbligatorie per i medici in ospedale", afferma Fini.
Poi i diritti civili. “I diritti civili è una materia molto importante e delicata, soprattutto quando si agisce sulla famiglia e l'orientamento sessuale, che sono argomenti divisivi e importanti. Attenzione su alcuni provvedimenti, il ministro Roccella non la conosco, vedremo cosa farà, l'importante è che abbia detto che la legge 194 non si tocca, ma è una delle parlamentari che promise di promuovere - poi non lo fecero - i referendum per abrogare le unioni civili. Quindi c'è qualche necessità di dire piano, soprattutto se agisce il governo. La mia opinione è che su queste questioni il governo, i governi, farebbero molto meglio a dire è il Parlamento che si deve occupare di questo" spiega Fini.
Poi sottolinea: "Ringrazio tutti gli amici, ma non ho nessuna intenzione di tornare in politica. Si può lavorare tranquillamente anche senza avere incarichi".
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