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04 Novembre 2022 - 21:20
«Sono oltre 30 miliardi di euro fino a fine 2023 per far fronte a crisi energetica». Così il premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. «Riusciamo per il 2022 a liberare circa 9,5 miliardi che vorremo utilizzare sul caro energia».
«Il 24 novembre ci sarà un nuovo consiglio dei ministri dell'Energia, abbiamo molto acceso i riflettori per dare risposte concrete, il prezzo del gas sta scendendo, anche per la presa in carico della Ue della materia, ma dobbiamo dare segnali seri e concreti». «Intanto - spiega -noi ci dobbiamo mettere in sicurezza».
«Faccio - ha aggiunto - appello al Parlamento che approvi il testo al più presto». «Per il 2023 immaginiamo indebitamento al 4,3% che poi va a a scendere, così liberiamo 22 o 23 miliardi che ugualmente destiniamo in via esclusiva al caro energia», spiega la premier.
Le misure adottate sull'energia non sono «solo sul piano emergenziale, non solo sul caro bollette, ma anche per permettere di essere questa nazione indipendente e autonoma».
La previsione di indebitamento netto al 4,5%, aggiornato dal governo e «in aumento rispetto a quello previsto e rispetto al tendenziale previsto al 3,4%», afferma il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, «crea spazio per fare quello che riteniamo un intervento doveroso nei confronti di famiglie e imprese, che ammonta a circa 23 miliardi di euro per quanto riguarda l'energia». «Non escludiamo un possibile rialzo dei prezzi del gas nei prossimi mesi» avverte.
La conferenza stampa è arrivata subito dopo il via libera dal Consiglio dei Ministri al Nadef, la nota di aggiornamento al Def. L'obiettivo della Nadef, dice il ministro Giorgetti, «è quello di mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese su cui si concentra larga parte degli interventi con un approccio prudente realistico e sostenibile». «Tenendo presente questo tipo di obiettivo, e l'approccio che abbiamo utilizzato, ne è derivata una previsione macroeconomica di crescita per l'anno prossimo dello 0,6% del Pil reale» conclude.
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